L’innovazione tecnologica sempre più persistente e l’avanzare della rete in qualsiasi campo lavorativo e della vita quotidiana, hanno fatto sì che negli ultimi anni si siano create nuove figure professionali. Una di queste è quella del Chief Digital Officer (CDO). Si tratta di un dirigente aziendale responsabile della governance dei dati di un’organizzazione. In genere riferisce all’amministratore delegato, al Chief Operating Officer o al Chief Technology Officer. Nel caso in cui la società si occupi di vendita al dettaglio rivolta al cliente, il CDO può anche lavorare a stretto contatto con l’ufficio marketing. Il Chief Data Officer utilizza strategicamente i big data per identificare nuove opportunità di guadagno e ridurre i costi operativi. Non solo: deve garantire agli utenti un facile accesso a queste informazioni e agli strumenti di report pertinenti.
Cosa fa un Chief Data Officer? La professione è abbastanza nuova (è nata intorno al 2007), quindi ci sono molti pareri contrastanti riguardo alle mansioni che questo ruolo dovrebbe avere. E, come accade dappertutto, queste cambiano a seconda dell’azienda in cui si è impiegati e della sua dimensione. Una cosa che va immediatamente specificata, è che un CDO – conosciuto anche come Innovation Manager – non si limita ad analizzare i big data in modo meccanico basandosi sullo studio degli algoritmi e dei linguaggi informatici. Ma si occupa di capire quali sono i cambiamenti che (soprattutto a livello culturale) che possono essere apportati all’interno di un’azienda al fine di ottimizzare la sua strategia e i suoi profitti.
I compiti di un Innovation Manager possono essere:
Negli ultimi anni, sono tantissime le aziende ad aver intrapreso un percorso di trasformazione digitale. Ecco perché la ricerca di questa figura è aumentata in modo considerevole: motivo per il quale sempre più persone hanno deciso d’intraprendere questa carriera. Le sue conoscenze devono essere informatiche, ma anche economiche. Un buon Chief Data Officer, infatti, è colui che unisce l’uso della tecnologia in tutte le sue forme a una solida competenza che riguarda il funzionamento dell’azienda o della società in cui lavora. Dato che uno dei compiti del CDO è fare analisi di mercato, infatti, non può esimersi dal comprendere le logiche aziendali dietro le scelte da prendere. Per questo non basta essere esperti di big data, programmazione, algoritmi o linguaggio Java: bisogna possedere una formazione a tutto tondo del core business della società.
Il Data Officer deve monitorare costantemente le innovazioni in campo tecnologico e guidare il cambiamento all’interno della propria azienda, che si deve adeguare ai nuovi dettami culturali. Questi, infatti, sono strettamente connessi al business e all’andamento dell’economia: motivo per il quale il suo ruolo è anche conosciuto come Transformation Manager. Il CDO deve avere una mente eclettica e versatile per interpretare questi cambiamenti e trovare il modo migliore di applicarli al fine dell’ottimizzazione del lavoro aziendale.
La maggior parte delle persone che intraprende questa professione ha solide conoscenze informatiche ed economiche. Si tratta in genere di studenti laureati in Economia e Commercio, in Informatica o in Ingegneria e che poi hanno fatto corsi o master pensati appositamente per questa professione. Dato l’aumentare di richieste da parte delle aziende, sono molti gli istituti e le università che offrono programmi per diventare CDO. Si tratta di un ruolo nuovo e in rapida evoluzione: proprio per questo è importante frequentare anche programmi di aggiornamento per mantenersi al passo con le ultime novità nel campo dell’informatica e della gestione del business.
Anche se si tratta di una professione recente, il Chief Digital Officer percepisce dei compensi abbastanza elevati all’interno di un’azienda, proprio per la delicatezza del suo compito, per un CDO alle prime armi si parla di cifre che si aggirano intorno ai 50mila euro l’anno, mentre per un Innovation Manager che abbia una grande esperienza, si parla di 80mila euro l’anno.
Proprio per andare incontro alle esigenze d’innovazione delle aziende e rispondere alle richieste del mercato in modo preciso e puntuale, la Bologna Business School ha ideato diversi master e corsi per Chief Data Officer. Questi sono:
Tanti programmi, ognuno che risponde alle esigenze specifiche e più diffuse delle aziende. Sicurezza informatica, impiego di macchine (AI) per ottimizzare le prestazioni e il funzionamento della società, progetti IT, innovazione digitale, Internet of Things, supporto del business e ideazione di nuovi e funzionanti modelli di competitività. Queste sono solo alcune delle materie che saranno affrontate all’interno di questi master e corsi, ognuno dedicato a un tema specifico. Gli studenti potranno scegliere il programma più adatto alle loro inclinazioni e al loro percorso lavorativo, scegliendo tra sette diversi programmi.
I corsi sono pensati appositamente per andare incontro alle esigenze degli studenti lavoratori che vogliono approfondire le loro conoscenze e specializzarsi in un ramo di questa professione, ma anche per quegli studenti a tempo pieno che sono interessati a diventare Chief Data Officer. Un team di docenti ed esperti del settore vi accompagnerà durante le lezioni, affiancando momenti di studio teorico a momenti di pratica applicata direttamente sul campo.
Competitività, estro, creatività, intraprendenza, leadership, lettura dei dati, elaborazione di strategie funzionali sono solo alcune delle cose che imparerete con questi master e corsi offerti dalla Bologna Business School. Senza dimenticare il tema della cyber security, oggi molto dibattuto e colonna portante del business di un’azienda.