Navigare nel mare magnum del digitale: il caso di studio Google-Enel

Alessandro Pastore, Subha Mukherji Ottobre 17, 2023 4 min di lettura

Nel grande arazzo del business, a volte sono i fili che non si vedono a tenere insieme tutto. È il caso dello scontro tra il Gruppo Enel e Google sull’app Juicepass di Enel X, che ha portato alla luce le complesse questioni che circondano la digitalizzazione, l’innovazione e il loro impatto sul più ampio obiettivo della sostenibilità. Questioni abbastanza emblematiche da diventare un caso di studio di Bologna Business School per i corsi di Corporate Strategy e Innovation, con implicazioni secondarie per altre aree di studio, tra le quali Etica aziendale, Organizzazione industriale, Politica della concorrenza e per discussioni trasversali sul comportamento monopolistico nel digitale. 

Il Gruppo Enel, società di servizi italiana da anni attenta ai temi della sostenibilità, ha fatto passi da gigante nel settore energetico sotto la guida del CEO Francesco Starace tra il 2014 e il 2023. Come parte delle iniziative messe in atto per affrontare la crisi energetica, nel 2017 è stata creata Enel-X, successivamente all’acquisizione di EnerNOC, società quotata al Nasdaq nota per lo sviluppo di software per la gestione energetica. Enel-X si è immediatamente dedicata alla promozione dell’utilizzo di veicoli elettrici e in quest’ottica ha sviluppato Juicepass, un’applicazione che permette agli utenti di localizzare, prenotare e pagare le stazioni di ricarica per veicoli elettrici, gestendo l’intera procedura direttamente dal proprio smartphone. Le funzionalità di Juicepass non sono solo pratiche per gli utenti, sono anche fondamentali per l’azienda, perché in grado di generare dati utili per favorire l’elettrificazione del trasporto privato. L’app è stata progettata con tutte le caratteristiche necessarie per garantirne la compatibilità con i principali sistemi operativi, in modo da poter essere utilizzata a bordo dell’auto mediante il sistema di infotainment. Nonostante questo, Enel si è trovata di fronte a un immenso ostacolo quando ha cercato di far approvare Juicepass per l’uso su Android Auto. 

Nel settembre 2018, infatti, il team di sviluppo di Enel X ha ricevuto un’e-mail da Google in cui si affermava che Juicepass non era compatibile con Android Auto. Nonostante la contestazione di Enel X, Google ha mantenuto la propria posizione secondo la quale solo le app di messaggistica e media potevano essere ammesse sulla piattaforma. Indicazione in contrasto con un vistoso precedente: Google aveva già permesso a Kakao, un’app sudcoreana di geolocalizzazione, di essere installata su Android Auto. Per Enel X, l’inserimento di Juicepass nel sistema firmato dal colosso di Mountain View era strategico, poiché rappresentava la possibilità di creare un circolo virtuoso simile a quello dell’ecosistema Android, in cui gli sviluppatori contribuiscono a migliorare la piattaforma, attirando così un maggior numero di utenti e, di conseguenza, di sviluppatori. Il rifiuto di Google di integrare Juicepass ha dato il via a una serie di trattative e discussioni che si sono protratte da novembre 2018 a gennaio 2019.  

Nel dicembre 2018, Google ha suggerito due alternative: integrare le informazioni sui punti di ricarica di Enel-X in Google Maps e utilizzare Google Assistant per i comandi vocali, oppure sviluppare una versione dell’app Juicepass per il sistema di infotainment di ciascun produttore di auto. Nessuna delle due opzioni è risultata soddisfacente per Enel-X e la questione si è esacerbata all’interno di entrambe le aziende. In questo contesto sempre più intricato, il gruppo di servizi cloud di Google ha iniziato a fare pressioni per trovare una soluzione, spinto dall’interesse strategico ad acquisire Enel come cliente. Enel, infatti, stava iniziando a migrare tutti i servizi su cloud, in coerenza con la propria strategia di business a zero emissioni.  

Nonostante gli incontri, le trattative e l’intervento del Country Manager di Google Cloud, la situazione è rimasta irrisolta. Una delle ultime note da parte dei responsabili di Android Auto imputava la decisione a motivi di sicurezza, citando i test di valutazione della distrazione del conducente e altri fattori tecnici. Secondo i produttori, infatti, un’estensione delle categorie di app su Android Auto avrebbe richiesto risorse in quel momento non disponibili.  

Il 28 febbraio 2019 si è svolto infine l’incontro cruciale tra l’AD Francesco Starace e i vicepresidenti di Google Cloud a Davos. L’obiettivo era quello di sbloccare la situazione di stallo, con la crescente urgenza rappresentata dal cambiamento climatico e dalla rapida evoluzione dell’industria dei veicoli elettrici. La decisione di Google avrebbe potuto avere due possibili conseguenze: aprire la strada alla collaborazione e alla crescita del mercato oppure ribadire un comportamento monopolistico che aveva già attirato l’attenzione dell’Unione Europea. L’esito era incerto, con la speranza da parte di Enel di arrivare a una soluzione vantaggiosa per entrambe le aziende. Il resto è storia, anzi cronaca. In mancanza di un accordo, Enel-X si è rivolta all’Antitrust, che ha inflitto a Google una maxi multa da oltre 100 milioni di euro. Sanzione confermata nel 2022 dal TAR del Lazio, che ha rigettato il ricorso e ribadito la scorrettezza dell’azione intrapresa dal gigante tecnologico statunitense.  

Il caso di studio Enel-Google, che include anche materiale inedito a supporto del caso, incluse le interviste esclusive a Francesco Starace e a Francesco Venturini, CEO di Enel-X, offre una lente preziosa attraverso la quale esplorare la complessa rete di questioni che si intersecano tra tecnologia, business e sostenibilità. È una storia dalla quale è possibile imparare molto, perché mette in evidenza l’importanza della collaborazione, dell’adattamento e della costante ricerca dell’innovazione di fronte alle sempre più urgenti sfide globali, ribadendo il ruolo dell’Italia sul fronte dell’innovazione internazionale. Infatti, come ha sottolineato Eric Schmidt, leader di Google per oltre 20 anni, in occasione del suo commencement speech per la laurea ad honorem conferitagli dall’Università di Bologna durante la Graduation 2022 di BBS, “L’Italia ha il potenziale per diventare il più importante polo industriale del mondo. Qui può nascere la prossima Google, grazie a un nuovo Rinascimento tecnologico”.  

Articolo tratto da
Google vs Enel: Innovation, Market Ethics and Strategies of Energy Transition
Editore
ECCH
Autore
Alessandro Pastore, Subha Mukherji
Anno
2022
Lingua
Inglese