Laurea e imprenditorialità: qual è l’impatto delle imprese create dagli studenti universitari in Italia?

Dicembre 16, 2019

Lunedì 16 dicembre  si è tenuto  presso la  sede di Unioncamere di Roma il convegno Laurea e Imprenditorialità .

Al centro dell’incontro, il ruolo svolto dalle  imprese create dagli studenti universitari, oggetto di uno studio nazionale che ha preso come campione i laureati italiani dal 2004 al 2018, utilizzando la banca dati di AlmaLaurea, Unioncamere e AIDA Bureau van Dijk.

A dispetto della crisi, nel nostro paese c’è stata una spinta imprenditoriale degna di nota: sono infatti ben 236.362  le aziende fondate da laureati che hanno conseguito il titolo in un ateneo italiano tra il 2004 e il 2008. Di queste, il 37,1% sono state fondate prima della laurea, e nel 59,9% dei casi da donne.

Gli imprenditori presi in esame dallo studio provengono da atenei del Nord e del Sud nella stessa percentuale, e ben il 75% del campione analizzato ha avviato la propria attività nella regione in cui ha studiato e dove ha potuto creare una rete di contatti e conoscenze, avendo anche il polso delle risorse e delle necessità del territorio circostante. Un’ulteriore conferma dell’importanza del business networking, elemento alla base di qualunque progetto, professionale o imprenditoriale.

L’avvio di attività imprenditoriali è correlata alle caratteristiche della famiglia d’origine: tra i laureati che hanno almeno un genitore imprenditore o libero professionista, infatti, la quota di fondatori è più̀ alta della media.

Riguardo ai settori, l’indagine ha portato alla luce che il  18,1% ha conseguito una laurea nel gruppo disciplinare economico-statistico, il 14,2% nel politico-sociale, il 9,4% nel giuridico, l’8,6% in ingegneria, altrettanti nel gruppo letterario, il 7,8% nel gruppo medico.

Emerge dunque un quadro variegato e positivo, che pone al centro imprenditori che accolgono la sfida nonostante una congiuntura economica non particolarmente favorevole: delle 9.821 imprese nate nel 2009, dopo dieci anni, è ancora attivo il 54,8%.“Ci sono tre elementi che caratterizzano positivamente il cammino iniziale dell’imprenditore: motivazione nel creare impresa, possesso di skills innovative e distintive e accesso ai network”  racconta Riccardo Fini, Academic Director dell’Executive Master in Entrepreneurship che, nel tracciare l’identikit di chi fa impresa in Italia, sottolinea il rapporto indissolubile tra formazione e imprenditorialità.

L’indagine, firmata da Gilberto Antonelli, Maria Assunta Chiarello, Riccardo Fini, Silvia Ghiselli, Claudia Girotti, Azzurra Meoli, Maurizio Sobrero, in collaborazione  con il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, il Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna e Unioncamere, è stata presentata all’incontro di Roma dallo stesso Riccardo Fini, Professore Associato presso la Scuola di Ingegneria dell’Università di Bologna e Direttore dell’Entrepreneurship Hub di BBS e da Maurizio Sobrero, Professore Ordinario di Innovation Management presso l’Università di Bologna e Senior Advisor per la Next Production Revolution a Bologna Business School, dove coordina i programmi e gli eventi interdisciplinari della scuola.



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