Dalla chimica all’alimentare, fino alla sostenibilità: il percorso di Giulia Manzini non è stato lineare, ma segnato da un filo rosso che l’ha sempre guidata, il desiderio di valorizzare le persone e l’ambiente.
Dopo la laurea e una carriera nella GDO, ha deciso di rimettersi in gioco, scegliendo l’Executive Master in Sustainability Management di Bologna Business School per trasformare un sogno rimasto in sospeso in una nuova direzione professionale. Oggi porta avanti un progetto personale dedicato all’educazione dei più giovani e ci racconta come la sua formazione e le sue scelte abbiano alimentato questa svolta.
Parlaci del tuo background professionale e del tuo bisogno di cambiare prospettiva: cosa ti ha spinta a rimettere in discussione il tuo percorso? Che tipo di transizione volevi attivare?
Per rispondere a questa domanda devo partire da lontano, dalla mia laurea in chimica nei primi anni 2000. Il mio desiderio era specializzarmi successivamente in scienze per l’ambiente e il territorio, per poter valorizzare concretamente l’immenso patrimonio naturale a cui apparteniamo e che spesso diamo per scontato. Questo desiderio è rimasto irrealizzato, ma non si è mai spento completamente. La mia successiva esperienza professionale, che mi ha portato a ricoprire il ruolo di Area Manager per una società che opera nel settore della GDO alimentare, mi ha portato a capire che è altrettanto importante valorizzare il patrimonio sociale che compone le nostre comunità. Ecco quindi che il desiderio si è riacceso più forte di prima, prendendo nuova forza da nuove consapevolezze: valorizzare l’uomo e l’ambiente di cui fa parte.
Cambiare settore non è mai semplice. Quali sono stati i dubbi o le paure iniziali? E cosa ti ha aiutato a superarli?
Il dubbio principale era legato alla possibilità di trovare un’azienda di un altro settore, rispetto a quello in cui avevo sempre lavorato, che mi desse un’opportunità. Avevo già più di 40 anni quando mi sono iscritta al Master ed ero terrorizzata all’idea di fare un balzo nel vuoto. Il mondo del lavoro è complesso, spesso complicato e permeato da rigidità e luoghi comuni, tuttavia ho tratto forza dal mio desiderio, dalla fiducia nelle mie capacità e dalla consapevolezza che la sostenibilità sia la strada del futuro. Una strada, oltretutto, che sta venendo tracciata proprio in questi anni; dovevo far parte di questo cambio di paradigma.
In che modo il Master in BBS ti ha aiutata a mettere a fuoco i tuoi obiettivi e a realizzarli? C’è stato un momento, un progetto o un insegnamento che ha avuto un impatto particolare?
L’Executive Master in Sustainability Management è stato fondamentale nella mia formazione sotto molti punti di vista. Ha sicuramente messo ordine nelle informazioni che già possedevo, ma ha soprattutto approfondito, arricchito, ispirato e consolidato. Dopo è successa quella cosa meravigliosa in cui ho avuto la conferma di aver fatto la scelta giusta: non vedevo l’ora di saperne di più, di parlarne e farne parte… e ad un certo punto ho messo a fuoco cosa mi piace, cosa mi stimola più di tutto il resto. Di momenti salienti ce ne sono stati molti, ricordo con grande piacere molti corsi e molti professori, ma il momento forse più importante è stato il team work del corso Planning and launching green and sustainable businesses con il prof. Giuliani, quando è nato il mio project work: il gioco da tavolo per bambini Sustainability Adventures, che sto tutt’oggi portando avanti.
Quali prospettive vedi oggi per chi vuole contribuire alla transizione sostenibile? Che consiglio daresti a chi sta pensando di intraprendere un percorso simile al tuo?
La prospettiva che vedo oggi è anche il consiglio che do: perseveranza. È un momento molto difficile e critico, le sfide da affrontare sono molteplici e molte sono anche più immediate delle deadlines della transizione del 2050 o del 2100. Non possiamo prescindere dal panorama mondiale e non possiamo pretendere che i problemi immediati di oggi vengano messi da parte in nome della transizione sostenibile, tuttavia non possiamo nemmeno dimenticarci dell’importanza di ciò che rappresenta la sostenibilità. Il mio personale punto di vista è che ci si debba approcciare al futuro con molta intelligenza critica e volontà di mettersi in gioco, non avendo paura di fare anche dei passi indietro (personali e non), se questo significa raggrupparsi e proseguire insieme, uniti in nuovi obiettivi.