Dal sogno al business e ritorno. Costruire case con una stampante 3D. Il caso WASP

Mariolina Longo, Matteo Mura Dicembre 22, 2021 6 min di lettura

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“Siamo sognatori, siamo realizzatori, siamo makers: partiamo dalla stampa 3D per salvare il mondo”. Un obiettivo non da poco per il produttore di stampanti 3D della provincia di Ravenna WASP, che ha preso il nome dalla vespa vasaia non per la sua capacità di pungere, ma di costruire la propria casa. Massimo Moretti, fondatore dell’azienda, ha lanciato lo slogan nel 2018, quando, sei anni dopo la fondazione di WASP come produttore di stampanti 3D, è stata inaugurata la prima casa mai realizzata appunto con la stampa 3D, costruita utilizzando solo fango e paglia, un modo sostenibile (usa solo materiali reperibili sul posto) e a basso costo per aree dove infrastrutture e risorse scarseggiano.

Se nello slogan il sogno sembra prevalere, alla WASP non dimenticano però che questa va bilanciata con il pragmatismo scientifico per poter funzionare (il nucleo dei fondatori è un mix di ingegneri e designers). La base è l’adozione da parte dell’azienda di un’innovazione nelle stampanti 3D, detta “configurazione Delta”, che consente un notevole risparmio di energia, oltre a maggior velocità e precisione. L’idea di costruire le case, utilizzando questa tecnologia, ha portato alla realizzazione della Big Delta WASP, una stampante gigantesca, alta 12 metri, ma facile da trasportare e assemblare in loco, e successivamente di uno starter kit, che in un singolo container racchiude tutto il necessario, con stampanti di tutte le dimensioni, compresa la Big Delta, per un intero ciclo di produzione in 3D. Un’icona posizionata ora nel loro parco tecnologico e che rappresenta un primo passo verso la realizzazione del sogno.

Dalla singola casa, Moretti e il suo team hanno allargato il concetto a un intero habitat modello, denominato Shamballa, un luogo mitologico di pace e tranquillità, dove le persone vivono in  modo sostenibile dal punto di vista ambientale, utilizzando appunto per la costruzione delle proprie abitazioni solo materiali trovati sul posto, e sviluppando giardini verticali con tecnologia idroponica e sfruttando l’energia eolica, a sua volta ottenuta con turbine stampate in 3D. L’essere umano potrebbe vivere in un piccolo EDEN grazie alla tecnologia additiva, che può stampare non solo la casa/rifugio ma anche i sistemi per l’energia acqua/luce/riscaldamento, orti verticali, oggetti di uso quotidiano con la fabbricazione digitale, contribuire alle salute,all’arte e alla cultura.

L’idea di Moretti è quella di un’economia circolare in cui la visione alimenta i progetti che danno vita ai prodotti e questi sono venduti sul mercato per generare i flussi finanziari che consentano all’impresa di continuare a sostenere la propria visione.

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Dalla costruzione di case, WASP ha esteso il concetto ad altri quattro settori: la salute, l’energia, il cibo, la cultura e l’arte. Nel campo della salute un team interdisciplinare di medici, bioingegneri, tecnici ortopedici e tecnici della produzione ha utilizzato la stampa 3D per la creazione di un laboratorio ortopedico digitale, un network di produzione, training e assistenza per la produzione di protesi ortopediche. Il progetto può essere replicato anche in Paesi in via di sviluppo in aree di guerra: per esempio uno di questi laboratori è stato realizzato all’Università di Damasco, in Siria. Durante la pandemia del Covid, la tecnologia è stata utilizzata anche per la produzione di maschere e caschi protettivi. Nell’energia, usando materiali plastici rigenerati, WASP ha prodotto turbine eoliche per la produzione di energia elettrica. L’idea di fondo è che la vita dei materiali vada estesa il più possibile riducendo gli scarti al minimo. Nel campo dell’alimentazione WASP si è concentrata sulle applicazioni alle colture idroponiche per creare giardini verticali, che consentano alle famiglie l’autoproduzione di verdure. Infine, nell’arte, la stampa in 3D può permettere agli artisti di trasformare le proprie idee anche di incredibile complessità in modelli unici.

WASP ha avuto una crescita organica fin dalla sua costituzione, i proventi derivanti dalla vendita delle stampanti sono stati destinati alla ricerca  in ambito architettonico ed industriale. Sono nate molte preziose collaborazioni con Università, Centri di Ricerca, Scuole prestigiose internazionali come la BBS Bologna Business School, Architetti e studi di architettura come Mario Cucinella Architect, grandi Brand come Honda e Dior; e grazie anche ai clienti in tutto il mondo e ai WASP HUB, una rete di centri di stampa 3D internazionali con stampanti Delta WASP, l’azienda romagnola si sviluppa e si focalizza su organizzazione interna e diversi business model possibili che possano essere declinati nei diversi settori applicativi. C’è  la consapevolezza che solo business model coerenti possano permettere di trasformare in realtà il sogno di costruire con stampanti 3D abitazioni sostenibili per un Mondo più sano. La sfida manageriale di costruire un percorso in cui una piccola azienda possa crescere con la propria autonomia finanziaria affrontando al tempo stesso temi di grande impatto sociale è molto complesso.  Il sogno deve misurarsi con le cifre del business. WASP è in “volo” verso sfide sempre più concrete e in grado di rafforzarla.

Articolo tratto da
Trade-off between utopia and business opportunity in WASP | Case Study: Reference no. 720-0067-1 Teaching Note: Reference no. 720-0067-8
Autore
Mariolina Longo, Matteo Mura
Anno
2021
Lingua
Inglese