My Story, Our Story: Paolo Fattorini

Dicembre 15, 2015

Gli Alumni di BBS si raccontano: il prima, il dopo e i ricordi della vita da studente, per una storia di sé e della propria esperienza professionale, per una storia della nostra Community. Protagonista del XIII episodio è Paolo Fattorini, Product Manager Johnson & Johnson Medical, MBA distance learning 2011/2013.

La soundtrack scelta da Paolo è Viva la Vida dei Coldplay.

Ouverture
“Sono fortunato, non credo in un lavoro fatto quadrato, definito. Vedo questo atteggiamento (se scriviamo così finisco la mia collaborazione con gli ingegneri) in alcuni colleghi, ma per me è tutto nuovo, ogni volta.” Il tono di Paolo è sempre slanciato e pacificato. Non a caso, si definisce un facilitatore.

The story so far
Dopo la laurea in veterinaria, Paolo svolge per due-tre anni la libera professione. “Poi ho scoperto che quasi tutti i veterinari a 45 anni entrano in depressione e mi sono dato la possibilità di entrare nel mondo aziendale.”
Paolo comincia lavorando come informatore scientifico del farmaco. Dal contratto a tempo determinato vuole passare all’indeterminato, e ce la fa cambiando azienda. Si ferma per tre anni in Johnson & Johnson, poi passa alla concorrenza per ricoprire un ruolo ibrido fra vendite e marketing, lavorando per Medtronic, per circa due anni. A quel punto, torna alla Johnson & Johnson per partecipare ad un nuovo progetto sfidante. “Ho completato la mia trasformazione dopo il Master: sono diventato Product Manager con responsabilità a livello italiano. Ora mi occupo di Marketing dalla sede di Roma.”

Perché BBS
“L’offerta di BBS era la migliore per una figura con poche conoscenze pregresse come la mia. Avevo sentito una persona che stava frequentando il MBA e il suo resoconto mi aveva convinto. Era un rapporto costo efficacia molto interessante per me.” Secondo Paolo, l’azienda gli ha dato sempre più responsabilità non solo per le competenze acquisite, ma per aver dimostrato di saper prendere e portare avanti un impegno parallelo al lavoro investendo su se stesso.
Tra i lati più belli della sua esperienza a Villa Guastavillani, Paolo cita il rapporto coi compagni di corso. “Ho conosciuto alcune persone che continuo a sentire anche oggi. Abbiamo professionalità differenti e operiamo in aziende diverse, ma il nostro scambio di racconti ed esperienze continua ad arricchirci reciprocamente.”

Essere un facilitatore
Lo scambio di esperienze è fondamentale per Paolo, anche nel lavoro di tutti i giorni. “È importante trovare la motivazione nelle azioni quotidiane. Nella vita lavorativa sono i complimenti dei colleghi a lusingarmi: ieri un collega mi ha detto che l’ho aiutato a portare a casa risultati concreti.” Paolo conosce bene il lavoro dei commerciali puri e degli informatori scientifici, perché l’ha fatto per molti anni. “Voglio essere di supporto al lavoro degli altri. Sono un punto di elaborazione dei dati raccolti dal territorio, dal mercato e dal resto d’Europa per sviluppare strategie adatte alle peculiarità del mercato italiano. Fornisco strumenti e linee guida a chi si occupa di vendita, per sostenere le sue azioni e renderle più efficaci”.
Nonostante questo, per Paolo è solo il 60% del suo lavoro ad essere fatto assieme agli altri. “La cosa difficile del mio mestiere è trovare il tempo per lavorare da solo”. Come funziona?
“In ufficio sono sempre assieme a qualcuno, non sto nemmeno seduto alla scrivania. Devo approfittare dell’home office e isolarmi fisicamente.” Paolo attraversa in continuazione il Paese per lavoro, con base a Pratica di Mare. Dopo poco più di un anno a Roma, l’azienda ha concesso di fare avanti e indietro con la Romagna, per stare con la famiglia. “Approfitto di quando posso stare più vicino a mia moglie e a mio figlio di sedici mesi, Edoardo Manfredi, per fare la parte solitaria del mio lavoro. Alle volte stacco anche il cellulare.”

(Ndr)
Chiedo a Paolo cosa lo ispira, se ha un pantheon personale di riferimento o una lettura che considera importante per la sua formazione. Anche in questo è estremamaente relazionale: “Mi ispirano le persone, amici e colleghi, ma soprattuttomio padre e i miei fratelli, il loro equilibrio, il loro essere persone solide e risolute che sanno sempre come affrontare una situazione.” Incalzo un po’ su questo tema e trovo una macchia d’insicurezza, uno stato d’animo che è anche una risorsa evolutiva importante: il senso d’inadeguatezza. “È la difficoltà vera, la sensazione di stare fuori dalla propria area di comfort. Mi capitava spesso, ora sempre meno. Quando si cambia ci si vuole sentire sempre pronti, ma è questa distanza fra ciò che si sa fare e ciò che richiede il nuovo che fa crescere .”

Un consiglio a uno studente
“Divertiti mentre fai il Master, però fallo con la massima serietà. Le giornate e il tempo che hai deciso di dedicare alla tua formazione non torneranno indietro. Rispetto al divertimento, il mio consiglio è di trovare nei propri compagni di corso degli amici, con cui continuare a crescere anche oltre la fine del corso grazie al confronto.” “Personalmente ho conosciuto alcune persone che continuo a sentire anche oggi. Abbiamo professionalità differenti e operiamo in aziende diverse, ma ancora oggi il nostro scambio di racconti ed esperienze ci sa arricchire reciprocamente.”

 


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