INTERVISTA A STEFANO STOPPANI, COUNTRY MANAGER VISA ITALIA

Settembre 21, 2021

Stefano M. Stoppani, Alumnus BBS dell’Executive MBA, è il nuovo  Country Manager di VISA per l’Italia. Il suo compito? Guidare la strategia di sviluppo dell’azienda leader nei pagamenti digitali in uno dei principali mercati europei. Lo abbiamo intervistato per conoscere il suo punto di vista sul momento particolare che la società e i mercati stanno vivendo. 

Come interpreta, in termini generali, l’attuale contesto economico-sociale? 

Credo stiamo vivendo un momento epocale. La pandemia ha messo a dura prova non solo persone, imprese e governi, ma lo stesso tessuto sociale e culturale con cui eravamo abituati a confrontarci quotidianamente. Dopo un periodo particolarmente complesso, ci troviamo ora in un momento di ripresa, ma la situazione è a mio avviso ancora in divenire. Il Covid-19 non ha più lo stesso impatto di qualche mese fa e molte economie stanno risalendo la china. Eppure, per molte persone e molte imprese, la pandemia continua a essere motivo di difficoltà e di problemi economici, senza contare l’emergere di nuove varianti in grado di rimettere in discussione le riaperture in corso. Per innestare una ripartenza equa e sostenibile sul lungo termine, dobbiamo impegnarci a sostenere le realtà più rappresentative delle nostre comunità, come i piccoli esercenti, le persone a cui danno lavoro e i loro clienti.

Nel 2020 i pagamenti digitali in Italia, nonostante un calo dei consumi di oltre il 13%, hanno raggiunto i 5,2 miliardi di transazioni, passando dal 29% al 33% del valore totale dei pagamenti*. Come interpreta questo dato? Crede che i pagamenti digitali possano rappresentare un’occasione per migliorare la gestione economica del Paese e, se sì, quanto è importante il ruolo della politica e quanto quello delle imprese?

In Italia, come in tutto il mondo, i pagamenti digitali hanno svolto un ruolo importante nel fronteggiare la crisi, aiutando i consumatori a fare acquisti e ad accedere ai trasporti pubblici senza entrare in contatto diretto con i terminali di pagamento, e supportando gli esercenti nelle vendite online. E se il passaggio al digitale era un trend già in atto, con l’emergenza pandemica in pochi mesi si è verificata un’accelerazione che normalmente avrebbe richiesto anni. Pensiamo a modalità nuove come la didattica a distanza o il lavoro da casa, che abbiamo dovuto adottare per dare continuità ad attività essenziali come istruzione e lavoro anche nei momenti più difficili. Anche fronte imprese abbiamo visto le tradizionali botteghe di quartiere iniziare a familiarizzare con i canali e-commerce e nuove forme di pagamento per le consegne a domicilio che si sono moltiplicate. Tanto che il 45% ha affermato che le vendite sono aumentate dopo aver iniziato ad accettare i pagamenti digitali. Fronte istituzionale, il Piano Cashless del Governo ha rappresentato un ulteriore incentivo a favore della digitalizzazione del Paese. Per la prima volta in Italia, tutti gli interlocutori dell’ecosistema – persone, imprese e istituzioni – sono stati d’accordo nel riconoscere nei pagamenti digitali un motore di cambiamento e valore per la società. 

A proposito di pagamenti innovativi, secondo il suo parere le criptovalute sono destinate a rimanere di nicchia o possiamo immaginare, in un prossimo futuro, un utilizzo più diffuso? 

Sicuramente le criptovalute e le valute digitali rappresentano un interesse crescente non solo per i Governi e gli investitori ma anche per i singoli cittadini a livello mondiale. In termini di opportunità, possiamo suddividere il mercato delle criptovalute in due grandi aree: le criptovalute che rappresentano nuovi asset come i Bitcoin. Esse sono da considerare più come “oro digitale”, sono infatti detenute prevalentemente come risorse da investire e, in questo momento, non vengono utilizzate come forma di pagamento. E poi ci sono le valute digitali, tra cui Central Bank Digital Currency (CBDC) e stablecoin, che sono direttamente sostenute da valute fiat esistenti. Esse rappresentano un’innovazione per il mercato dei pagamenti e hanno il potenziale per essere utilizzate nel commercio globale, proprio come qualsiasi altra valuta fiat. 

Quali sono, a suo avviso, le sfide che i manager devono prepararsi ad affrontare per uscire vincenti e trasformare una situazione complessa come quella attuale in opportunità?

L’ultimo anno e mezzo ci ha dimostrato quanto sia importante avere capacità di adattamento. L’imprevisto è sempre dietro l’angolo e dobbiamo essere pronti a creare valore con soluzioni che possono essere ogni volta diverse. Penso che la crescita personale di ognuno dipenda soprattutto dal modo in cui si approccia alle situazioni di cambiamento, dalle opportunità che si riescono a creare o a cogliere. Questo periodo di distanziamento fisico e relazioni virtuali, per esempio, ci ha permesso di rivalutare il team working. Abbiamo riscoperto quanto sia importante lo scambio di idee, il confronto con gli altri, la fiducia nelle persone con cui ci interfacciamo ogni giorno. In un mercato in continua evoluzione, gli obiettivi rimangono gli stessi, ciò che cambia sono gli strumenti con cui rispondere alle nuove necessità dei clienti e la capacità di reagire nei tempi giusti.

Quali sono gli obiettivi di carriera e professionali che pensa possano diventare più accessibili grazie alla scelta di investire in un Master? 

Le aziende oggi sono alla ricerca di profili che uniscano alle competenza, la capacità di adattarsi velocemente al cambiamento e di acquisire rapidamente nuove skills. In questo senso il Master è lo strumento ideale perché insegna come mettere in pratica le basi teoriche acquisite all’università in situazioni diverse e di crescente competitività. Gli studenti si confrontano con le stesse situazioni che dovranno gestire una volta passati al mondo del lavoro: progetti da creare, scadenze da rispettare, affrontare crisi e ristrutturazioni. Inoltre, hanno l’opportunità di approfondire ‘case studies” reali, studiare il mercato in cui desiderano specializzarsi e allargare gli orizzonti del proprio pensiero tramite i suggerimenti di professionisti e manager. Sviluppare queste competenze permetterà ai giovani di entrare più velocemente nelle dinamiche delle imprese.

Quali saranno le professioni più richieste in futuro nel suo settore e quali le skill utili per accedervi?

Negli ultimi anni il digitale ha modificato profondamente il nostro settore e professionalità legate alla gestione o alla lettura di queste tematiche, come nel caso dei data analyst, saranno sempre più richieste. Viviamo in un mondo sempre più interconnesso che crea quotidianamente una mole incredibile di dati, il cui vero valore risiede nella capacità di analizzarne l’andamento e di consentirne l’aggregazione per anticipare i trend di mercato, prendere decisioni strategiche informate, prevedere gli interessi dei consumatori, etc. 

Cosa si sente di consigliare a uno studente BBS?

Di mettersi in gioco, sempre. La struttura di un Master permette di lavorare attivamente, conoscere nuove persone e misurarsi con esperti del settore in cui ci si desidera specializzare. È un ambiente dinamico, professionale e un’ottima palestra che prepara alle tante sfide dell’oggi e del futuro. 



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