Rebel Talent. Quando ribellarsi allo status quo diventa un talento

Giugno 22, 2018

Ogni giorno, ognuno di noi, prende in media 35.000 decisioni. Alcune di queste importanti, ponderate con giudizio e attenzione, altre talmente marginali da essere liquidate dal nostro cervello con soluzioni standardizzate. La routine e il conformismo all’ambiente che ci circonda sono meccanismi primordiali che ci permettono di funzionare come esseri umani ma, quando si impossessano anche della nostra parte critica e creativa, si trasformano nel nostro peggior nemico. Nostro, e delle aziende nelle quali lavoriamo.

Francesca Gino, Professore di Business Administration alla Harvard Business School ed esperta di processi decisionali e leadership, ha recentemente concentrato nel suo best seller Rebel Talent il risultato di 10 anni di ricerca su più di 2000 lavoratori provenienti dalle organizzazioni di tutto il mondo. Il suo studio spiega, attraverso numerosi esempi concreti e analisi scientifiche, in che modo una giusta dose di ribellione dei dipendenti porta ad accrescerne la produttività, la creatività, l’innovazione e ad un maggiore impegno con l’azienda.

“I ribelli hanno una cattiva reputazione. Pensiamo a loro come creatori di problemi, emarginati, bastian contrari. Ma in verità, i ribelli sono anche coloro che cambiano il mondo per il meglio con le loro idee non convenzionali,” racconta nel suo libro* Francesca Gino, la quale sarà ospite di BBS durante la Graduation 2018 & XII ReunionI talenti ribelli, intesi come coloro che sfidano lo status quo guardando al mondo da prospettive sempre diverse, sono infatti anche il tema della XII Reunion degli Alumni di BBS, scelto proprio per celebrare il coraggio e la capacità dei nostri ex studenti di portare la diversità, l’innovazione e il pensiero divergente nei settori nei quali operano.

La ricerca condotta dalla Gino evidenzia come il 50% dei lavoratori intervistati si senta obbligato ad una certa conformazione sul posto di lavoro, risultato che non cambia di molto nemmeno nella fascia dirigenziale. Le aziende, di fatto, sono conservatrici per natura, mentre i leader aziendali sono stati per decenni concentrati sulla progettazione di processi efficienti da far seguire ai propri sottoposti. Di fatto, però, è proprio il pensiero indipendente a stimolare la creatività di un gruppo di lavoro. La difformità costruttiva, come la Professoressa Gino chiama il comportamento ribelle che avvantaggia le organizzazioni, porta grandi benefici sia in termini di prestazioni che di innovazione.

Nella nostra quotidianità tendiamo a dare priorità alle informazioni che supportano le nostre convinzioni e ad ignorare altre che le mettono in discussione. In questo modo ci troviamo però a trascurare gli input che potrebbero stimolare cambiamenti positivi nel nostro modo di pensare, sviluppare idee nuove e di agire. I talenti ribelli sono perciò coloro che possiedono una spiccata inclinazione a rifuggire i modelli cognitivi e comportamentali della maggioranza. Nello studio di Francesca Gino vengono infatti identificati attraverso il talento per la novità, la curiosità, la prospettiva, la diversità e l’autenticità.

Promuovere la difformità costruttiva nelle aziende non è solamente utile ma necessario in un mondo costantemente proteso verso il futuro, dove il vantaggio competitivo delle aziende passa attraverso la creatività e proattività dei propri dipendenti e collaboratori. Dare ai lavoratori la totale responsabilità del proprio lavoro e dei processi, incoraggiarli a fare domande e a mettere in dubbio le decisioni dettate dalla routine, allargare i loro orizzonti moltiplicando i punti di vista presi in esame e dare voce a coloro che dissentono dalla maggioranza, sono solo alcune delle possibili strategie per creare ambienti lavorativi stimolati ed efficienti, dove le persone possono sentirsi co-creatori e non meri esecutori.

 

 

* Gino, F. (2018). Rebel Talents. New York, Dey Street Books. 



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