I rischi del Brexit. Presidente Romano Prodi in collegamento da BBS

Giugno 22, 2016

In collegamento da Bologna Business School il Presidente del Collegio di Indirizzo di BBS, Romano Prodi, ha parlato dei rischi del Brexit, l’uscita della Gran Bretagna dall’area dell’Unione Europea. Una tavola rotonda che ha visto collegate Bologna, Londra, Roma e Milano.

Il Presidente, direttamente dall’aula Virtù di Villa Guastavillani, ha dialogato con il Ministro Pier Carlo Padoan, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il Presidente Mario Monti, il CEO di Intesa San Paolo Carlo Messina e il direttore del gruppo Il Sole24 Ore Roberto Napoletano.

 

Professore Prodi, quali sono i rischi effettivi di una uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea?

Tutti gli interlocutori di questo tavolo erano d’accordo nel riconoscere una netta probabilità a favore della permanenza della Gran Bretagna in Europa. Diverse invece le sfumature sulle conseguenze nel caso di un eventuale Brexit: c’è chi parla del rischio di grandi cambiamenti e chi, come me, sostiene che le eccezioni già esistenti nei rapporti fra Gran Bretagna ed Europa sono tante e tali da non mettere a rischio di sconvoglimenti epocali.

Nessun rischio quindi di tenuta complessiva per la UE?
Certamente è meglio che la Gran Bretagna rimanga perché non si abbia un effetto contagio di sfiducia in altri Paesi. In gioco è la tenuta dell’immagine di un’Europa forte ma, ribadisco, non è che in caso di uscita si rischino gli sconvolgimenti che molti paventano. E questo perché la zona di libero scambio rimarrebbe attiva, non ci sarebbe nessuna grande rottura all’interno dei mercati. Avremmo una situazione certamente con dei rischi in più, con possibilità di speculazioni, ma neanche queste sarebbero in grado di cambiare totalmente il quadro politico.

Quale la sua posizione all’interno del dibattito?
Ho insistito sul fatto che la prima delle eccezioni è che la Gran Bretagna non fa parte dell’Euro-zona. Questo ci mette al sicuro da rivoluzioni in campo monetario. E’ un Paese che nei mesi scorsi ha già giocato sulla svalutazione e sulla rivalutazione della sterlina. E questo continueranno a farlo in futuro, a prescindere che la Gran Bretagna resti dentro l’Unione Europea o ne esca.

Per quanto riguarda l’Italia non si può certo dire che ci siano grandi accordi commerciali in atto con la Gran Bretagna.
Siamo nella stessa area economica e commerciale. Si è rilevato anche durante la nostra discussione che il nostro commercio specifico con la Gran Bretagna non è di dimensioni così rilevanti da farci cambiare radicalmente i parametri della nostra economia. Non sarebbe certo ininfluente, ma avrebbe un effetto negativo assai più modesto di quello che viene comunicato. Questo, naturalmente, se non vengono fatti errori.

Quali gli errori più pericolosi?
Soprattutto gli atti speculativi. Qualcuno potrebbe cercare di approfittare dell’eventuale Brexit e potrebbero esserci anche effetti negativi conseguenti, ma causati dalle speculazioni e non dall’uscita della Gran Bretagna dall’UE in sè. Tuttavia ripeto che il clima generale porta a ritenere molto difficile che prevalgano i voti per l’uscita su quelli per la permanenza nell’Unione Europea.

 

IPP-210 - Foto Italy Photo Press - Milano 21/06/2016 - Conference Call - Milano Bologna Roma
Fonte Il Sole 24 Ore
IPP-016 - Foto Italy Photo Press - Milano 21/06/2016 - Conference Call - Milano Bologna Roma
Fonte Il Sole 24 Ore
2016-06-21 Pres Prodi 05
Fonte Bologna Business School

 



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