Forno Sammarco: ritorno alla manualità

Marzo 30, 2015

Pane, amore e storytelling. Una chiacchierata con Antonio Cera, manager di Forno Sammarco.

In Italia diciamo che ogni borgo, persino ogni paesino, ha il suo campanile. Il lato positivo di questo modo di dire è che è possibile trovare qualcosa di straordinariamente prezioso in ogni borgata, e che trovare un tesoro in Italia è all’ordine del giorno.

Anche San Marco in Lamis, un paesino del Gargano, ha i suoi tesori: fra tutti, il pane realizzato dal panificio creativo Forno Sammarco. Un laboratorio dove il pane viene amato e curato nel dettaglio, quanto un abito in una boutique sartoriale,  mescolando tradizioni del territorio, storie famigliari e lavoro manuale in ricette innovative. Inoltre, Forno Sammarco è un luogo speciale dove i materiali riciclati vengono portati a nuova vita (come nella foto qui sopra).

“Il nostro cliente è invitato a seguire un percorso, un percorso narrativo” dice Antonio Cera, l’imprenditore-fornaio che dirige Sammarco. “La nostra missione è educare sulla grande storia del pane, parlare del Gargano, il nostro territorio, e degli affetti famigliari.” Infatti, ogni prodotto Sammarco ha un racconto e una filosofia. Ne è esempio Panterrone, la prima innovazione nella ricetta tradizionale del Panettone dal XIX secolo ad oggi.

Il sapore e le materie prime di Panterrone parlano della Seconda Guerra mondiale e dell’avvio del boom economico negli anni ’50. Il passaggio dalla fame alla possibilità di benessere economico è rappresentato dalla farina di grano arso (un tipo di farina utilizzato in periodo bellico e di recente rivalutazione da parte degli ‘slowfoodie’) mescolato a sementi (la speranza di un raccolto fortunato), assieme ai fichi e all’uva di zibibbo (il piacere del benessere raggiunto).

 

Per maggiori informazioni sul Forno Sammarco, clicca qui.

 



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