Bitcoin, criptovalute e blockchain. Breve guida al futuro delle transazioni

Febbraio 9, 2018

“Il Bitcoin è la combinazione di una bolla, uno schema Ponzi e di un disastro ambientale”, ha affermato il direttore generale della Banca dei Regolamenti Internazionali, Agustin Carstens, in un convegno a Francoforte a cui ha partecipato anche Jens Weidmann, presidente della Bundesbank ed esponente della BCE. Secondo Carstens, il boom della criptovaluta sulla bocca, e nei wallet, di tutti, non rappresenta una promessa di democratizzazione del denaro ma, al contrario, una minaccia per la stabilità finanziaria del mondo intero.

 

Come spesso succede con i hype amplificati dal web, un tema discusso da troppi, rischia di essere compreso da pochi. Le criptovalute, i Bitcoin e la blockchain vengono il più delle volte citati insieme, essendo effettivamente collegati tra loro, ma è importante comprendere pienamente i concetti e le tecnologie che li supportano per non limitarne a torto le potenzialità di applicazione.

 

LE CRIPTOVALUTE

Una criptovaluta è una valuta digitale che esiste solo sotto forma di informazione, scambiabile attraverso un processo basato sulla crittografia e sui protocolli di file sharing peer to peer che ne convalidano le transazioni. La particolarità delle criptovalute, oltre all’immaterialità, è la loro decentralizzazione data dal fatto che non sono gestite dai governi dei singoli Stati o da una banca centrale che ne controlla il valore o la creazione e successiva immissione sul mercato.

 

La creazione di una nuova cryptocurrency non è tecnicamente difficile, poiché si basa su un codice Open Source utilizzabile e modificabile da chiunque. Al momento sono presenti sul mercato alcune centinaia di valute digitali diverse, alcune con funzioni specifiche, altre destinate al libero scambio tra le parti. La facilità con la quali possono essere generate viene controbilanciata dal fatto che la maggior parte delle cryptocurrencies vengono progettate per diminuire la produzione nel corso del tempo, a differenza delle valute fiat dove le istituzioni finanziarie possono sempre crearne di più, e quindi inflazionarle.

 

I BITCOIN

I Bitcoin, come già accennato, non sono l’unica criptovaluta esistente, ma sicuramente quella più longeva, famosa e utilizzata. Creati da un misterioso inventore con lo pseudonimo Satoshi Nakamoto nel 2008, anno che tutti ricordiamo per l’inizio della crisi mondiale di cui ancora oggi tentiamo di sanare gli effetti, i Bitcoin sono attualmente oggetto di una moderna corsa all’oro. Come nella California di metà ‘800, il miraggio di poter acquisire una smisurata ricchezza letteralmente dalla sera alla mattina, sembra più reale che mai. Affascinano, e a ragione, le storie su teenager visionari che si sono assicurati Bitcoin per pochi euro al loro esordio, per ritrovarsi milionari a distanza di pochi anni.

 

Mentre il mondo intero sembra correre a recuperare il tempo perso e a investire in una moneta definita come il nuovo Gold Standard addirittura dal premio Nobel per l’Economia Paul Krugman, molti temono che sia solo una bolla pronta a scoppiare da un momento all’altro. Come nel 1636, quando un bulbo di tulipano raggiunse il prezzo di una casa in centro ad Amsterdam per poi crollare quasi a zero l’anno successivo, oppure i Mastini tibetani pagati fino ad un milione di euro solo nel 2014 e ridotti oggi a cani randagi, le bolle economiche nella storia dell’uomo sono state molteplici e i loro oggetti tra i più svariati.

 

I Bitcoin sono generati da un software programmato per emettere 21 milioni di monete entro il 2140, dopo di ché la circolazione sarà limitata esclusivamente a questo quantitativo. La valutazione del Bitcoin è il risultato di una libera contrattazione tra 2 parti, poiché non esiste un organo centrale che ne determina un valore univoco correlato ad altre valute. Ed è proprio l’imprevedibilità del valore della moneta digitale a rappresentare, per gli scettici, la prova definitiva che il Bitcoin non può avere un futuro come valuta, almeno fino al momento in cui troverà una propria stabilità. Attualmente sono pochissimi, nel mondo, gli esercizi commerciali e i fornitori di servizi che accettano i Bitcoin come pagamento e, ad essere franchi, dovrebbe sorprenderci il contrario. Come potrebbe gestire il cash flow della propria attività, nelle condizioni attuali, un commerciante di beni o servizi? I Bitcoin richiesti oggi per il pagamento di un prodotto o di un servizio potrebbero, già nel minuto successivo all’acquisto, valere il triplo o solo un terzo dell’importo versato, trasformando così i negozianti in veri e propri investitori finanziari. Allo stesso modo questa insicurezza potrebbe frenare i consumi, per non parlare di cosa comporterebbe se a subire queste oscillazioni di valore fossero i gli stipendi dei cittadini. A ben vedere, al momento il Bitcoin non ha un vero e proprio impiego se non quello della speculazione finanziaria.

 

Il potenziale però è altissimo e largamente riconosciuto. Tanto che nelle città di tutto il mondo, anche in Italia, si possono già trovare bancomat per l’acquisto di Bitcoin. Ma come funziona nello specifico l’acquisto e lo scambio di Bitcoin e di altre criptovalute? Per cominciare qualsiasi operazione è necessario installare un portafoglio, il wallet, sul proprio PC (BitcoinQt, MultiBit, Electrum), Smartphone (Bitcoin Wallet), oppure è possibile utilizzarlo direttamente dal web (Blockchain.info). I Bitcoin hanno molte analogie con i contanti, essendo anch’essi anonimi e al portatore. Il wallet è identificato da un indirizzo di 33 caratteri che ci consente, in totale sicurezza e anonimato, di ricevere ed inviare Bitcoin agli indirizzi di altri wallet. Non esistono limiti al numero di portafogli di cui possiamo disporre e solitamente viene pagata una piccola commissione per i Bitcoin in uscita ma non su quelli in entrata. I Bitcoin possono essere acquistati ovunque e in qualsiasi modo, accedendo a piattaforme dedicate oppure molto semplicemente su eBay.

 

Guadagnare con i Bitcoin non è semplice come può sembrare, anche se sono in molti a puntare su un’ulteriore crescita futura del suo valore. Oltre agli investimenti a medio o lungo termine, i Bitcoin possono portare ad un buon guadagno tramite il trading, consigliato però solo agli esperti. Seguire ed interpretare l’andamento dei mercati non è un’attività che premia l’improvvisazione. Tra le principali piattaforme di trading troviamo Kraken, Bittrex, Poloniex e l’italiana The Rock.

 

I Bitcoin possono essere acquisiti anche senza essere acquistati, siccome vengono costantemente generati e distribuiti casualmente tra i wallet di tutto il mondo. Per aumentare le possibilità di rientrare tra i fortunati, è possibile mettere a disposizione la potenza di calcolo del proprio computer e ricevere in cambio frazioni dei nuovi Bitcoin generati. Il processo si chiama mining e richiede una potenza di calcolo che va ben al di là delle capacità dei nostri normali PC. È possibile investire su apparecchi specifici, i Miner, dedicati esclusivamente a questa operazione. La possibilità, piccola ma comunque presente, di ricevere Bitcoin gratuitamente, ha innescato sul web una serie di attività e meccanismi non sempre legali. Alcuni siti dedicati allo streaming o al download di musica e film, ad esempio, sfruttano la potenza dei computer degli utenti a loro insaputa mentre questi visitano il sito, per potenziare così la loro attività di mining.

 

BLOCKCHAIN

La vera innovazione che sta alla base dei Bitcoin e delle altre criptovalute, più che dalla filosofia della moneta stessa, è data dalla tecnologia che consente di effettuare transazioni in assoluta sicurezza e anonimato. La blockchain è fondata prima di tutto sul concetto di fiducia e di community, poi sulla crittografia, la trasparenza e la condivisione. Secondo alcuni rappresenta addirittura una nuova forma di democrazia decentralizzata, che abilita tutti a dare vita, in totale trasparenza, ad archivi condivisi inalterabili e immuni da corruzione.

 

Il problema dei database è da sempre la possibilità di apportarvi delle modifiche. Per quanto le banche, i governi ed altre istituzioni possano godere della nostra fiducia per ciò che riguarda il rispetto delle regole, i loro archivi sono comunque vulnerabili agli attacchi degli hacker. La blockchain riesce invece a superare queste limitazioni grazie al fatto che lo stesso database, che contiene i blocchi di informazioni sulle transazioni concatenati tra loro, si trova sui computer e server di tutti coloro che la utilizzano, ed è pertanto fisicamente impossibile poter modificare i dati registrati. La blockchain è inviolabile al punto da essere più sicura delle transazioni bancarie, rimanendo allo stesso tempo pubblica e consultabile da chiunque direttamente online. Le transazioni tramite blockchain sono immediate e gratuite, contrariamente ad altre forme di pagamento online che prevedono commissioni oppure l’ attesa di alcuni giorni per essere effettuate.

 

La blockchain è costituita da una serie di nodi rappresentati dai partecipanti e fisicamente costituiti dai loro server. Le operazioni sulla blockchain vengono raggruppate in blocchi verificati, approvati e poi archiviati da tutti i partecipanti. Ciascun blocco contiene diverse transazioni e dispone di un Hash collocato nell’header che ne registra tutte le informazioni e lo collega al blocco precedente. La catena di transazioni viene poi annotata e archiviata con la massima trasparenza e immutabilità nel registro pubblico chiamato Ledger. L’innovativa tecnologia della blockchain si può applicare a qualsiasi tipo di transazione dove è necessario verificare l’identità di chi invia e chi riceve, rendendone impossibile qualsiasi alterazione.

 

Le potenzialità della blockchain sono sotto agli occhi di tutti, al punto che secondo una ricerca svolta da Deloitte, vi sono stati investiti ad oggi oltre 1 biliardo di dollari tramite 120 startup collegate allo sviluppo e all’utilizzo di questa tecnologia. Oltre alla finanza e alle banche, alcune delle caratteristiche applicative della blockchain, quali la tracciabilità e la trasparenza, sono molto interessanti anche per i comparti dell’agrifood, della sanità e della Pubblica Amministrazione, dove potrebbe, ad esempio, sostituire il catasto.

 

Una delle tematiche più sensibili dall’avvento di internet e delle nuove tecnologie legate alla rete è senza dubbio la Privacy. A questo proposito, a partire dal 25 maggio 2018, è diventato direttamente applicabile da tutti gli stati membri dell’UE il nuovo Regolamento Europeo 679/2016, meglio conosciuto come GDPR. La blockchain potrebbe diventare di fatto il prossimo grande alleato della protezione dei dati personali e sensibili, siccome permette di realizzare sistemi di sicurezza che garantiscono la pseudonimizzazione (la divisione dei dati dall’identità dell’individuo) e la minimizzazione dei dati (vengono condivisi solo i punti necessari). L’immutabilità dei dati all’interno della blockchain propone però un altro problema tecnico e normativo legato al cosiddetto diritto all’oblio.

 


 

Mentre una larga parte del mondo ci crede, o ci spera, ancora, sembra inarrestabile il flusso di notizie negative che da inizio 2018 sembrano voler affossare il fenomeno Bitcoin, con il prezzo precipitato solo pochi giorni fa da 20.000 a sotto i 6.000 dollari a moneta. Qualunque sarà l’epilogo di questo Gold Rush digitale, rimane innegabile l’ulteriore balzo in avanti fatto dalla tecnologia e dalla capacità umana di immaginare nuovi ed inesplorati scenari futuri.

 

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