BBS Alumni Network. Wearing That.

Settembre 26, 2016

Dove ti ha portato la tua esperienza dopo BBS? Gli Alumni di BBS ci raccontano i loro progetti. In questa edizione di BBS Alumni Network ti presentiamo Domenico Di Leone, Alumnus del MBA Part-Time (Serale). Il suo progetto: Wearing That.


Ingegnere delle telecomunicazioni, 2 anni in Finmeccanica, 5 anni in Avanzi Holding, Domenico Di Leone è uno di quei giovani con un forte impulso imprenditoriale che decidono di lasciare tutto per dare forma alla propria idea di business. La leva di questo cambiamento è stata la partecipazione all’MBA Part-Time (Serale) di Bologna Business School. E questa esperienza di formazione ha contribuito a sviluppare un progetto che arriverà sul mercato a Gennaio 2017 e che, presentato alla Digital Fair, ha trovato l’interesse di aziende e finanziatori. Wearing That, ad oggi, è in trattativa con due investitori per la cessione del 15% delle quote a fronte di 90.000 euro, una quotazione di 600.000 euro.

La nascita di una idea

Domenico sfata, nel caso ce ne fosse bisogno, il pregiudizio banale che vuole gli ingegneri dei freddi tecnocrati. Al contrario, Domenico è una persona a cui piace creare, l’ha sempre fatto e non ha mai smesso. “Wearing That nasce all’interno di BBS. Durante un seminario del Master l’amministratore delegato di una startup ha presentato un’applicazione che permetteva di vedere foto e gallerie seguendo particolari meccanismi. Ho riflettuto sui possibili modelli di business legati a un prodotto di questo tipo e ho intuito che fare la pubblicità all’interno di un’immagine poteva essere un ottimo modello”.

BBS

Dopo alcune esperienze in grandi aziende Domenico decide di autofinanziarsi l’MBA Part-Time serale in BBS, per conciliare il lavoro con la nuova esperienza di formazione. “BBS mi ha fornito strumenti che hanno permesso di plasmare le mie idee per stare sul mercato nel modo più efficace. Passi fondamentali sono stati il corso di strategie, quello di marketing, la gestione del personale; quest’ultimo essenziale alla comprensione dei meccanismi sottostanti l’intelligenza emotiva e funzionali alla gestione di un team. Altro momento fondamentale il corso sulle vendite, per capire come gestire le risorse che vanno a posizionare i prodotti sul mercato.” Poi l’intuizione imprenditoriale, l’analisi che conferma l’idea come concretizzabile, e la presenza di un competitor con una forte accelerazione a dimostrare le potenzialità effettive sul mercato. E Domenico, forte degli studi e dei dati raccolti in BBS, lascia il suo precedente lavoro e si dedica alla startup.

Indossare il marchio

La nascita ufficiale di Wearing That, il progetto di Domenico, è del giugno 2015. Una incubazione di 8 mesi per diventare un’idea solida da promuovere. “In una prima fase si prevedeva di fare un rilevamento dei contesti fotografici nei quali inserire i brand attraverso il digital product placement. Nell’evoluzione dell’idea questo automatismo è stato affidato agli utenti finali, affinché siano loro, attraverso la nostra applicazione, a diffondere sui loro canali social il marchio, indossando il prodotto nel contesto fotografico. E consentendo loro un guadagno sui like e i commenti ricevuti.” Da una selezione di immagini sulle quali apporre il marchio a un coinvolgimento attivo degli utenti nella diffusione del brand. Un processo che prevede anche fasi di gamification che premiano gli evangelist che ottengano la diffusione più ampia. Un passo successivo, ancora in fase sperimentale, sarà il passaggio dal virtuale al reale attraverso meccanismi di distribuzione fisica dei prodotti ai profili maggiormente performanti.

Superare le distanze

“Oggi è molto difficile far parlare gli esperti di marketing e di comunicazione con i tecnici e gli ingegneri. Esiste ancora un gap molto forte. Spesso le idee che nascono nel marketing non sono realizzabili perché richiedono investimenti troppo elevati per un ritorno economico a breve termine. Oppure sono idee che sembrano vincenti ma dal punto di vista tecnico sono irrealizzabili.” Domenico supera questa distanza frequentando, da ingegnere, il master BBS e, colmate le lacune, cerca di costruire il team ideale che abbia come fondamento il senso della realtà. “Non esiste un’idea sbagliata e un’idea buona. Esistono team che riescono a mettere sul tavolo delle idee, che riescono a fare networking meglio degli altri. Pensare che il proprio progetto sia “un’isola” è spesso la via che conduce al fallimento”.

Digital Fair BBS

“Ho apprezzato molto il desiderio di BBS di aiutare gli Alumni presentando i loro progetti nella Digital Fair. Il riscontro è stato ottimo. Ho raccolto molto interesse sul progetto, ho incontrato alcuni potenziali clienti ed è nata una trattativa con un possibile finanziatore presentato da BBS.” Un successo che si potrebbe definire un’anomalia virtuosa in un contesto come quello delle digital startup, saturo di progetti già avviati ma dal futuro incerto. “Mi riempie di orgoglio avere trovato l’interessamento dei finanziatori ancor prima di arrivare alla versione beta. Con questi fondi contiamo di entrare pienamente sul mercato agli inizi del 2017 con il prodotto completo sia su web che su mobile, disponibile su tutte le piattaforme con un solido investimento sulla comunicazione.” Cinque aziende hanno suggerito come posizionare il logo e dato indicazioni sulla selezione degli utenti da coinvolgere (ottima web reputation e immagini di grande qualità). “Ci hanno assicurato di volere investire perché il mercato è in forte crescita. Il digital advertising sta sostituendosi a quello delle riviste cartacee; infatti, dati alla mano, nel 2016 la spesa in digital advertising nel 2016 si attesta intorno ai 2,62 miliardi di dollari e il mercato servibile dalle aziende come Wearing That, noto come il Social Advertising, solo in Italia conta 500 milioni di euro. Ed è in forte espansione.” Le aziende vedono le persone come il veicolo più efficace e credibile per la pubblicità e Wearing That risponde a questa esigenza.

Un consiglio ai giovani imprenditori da un giovane imprenditore:

Investite sulla formazione per aprire la mente su temi inediti. Ero abituato da ingegnere a ragionare su schemi e in BBS ho scoperto modalità nuove per affrontare le criticità. E poi create un team eterogeneo ma che sappia dialogare fra le parti con serenità, con atteggiamento positivo, altrimenti non si va da nessuna parte. Qualunque azienda ha una cultura: il trucco è scegliere le persone in base alla condivisione degli obiettivi. Avere gli stessi valori è una soft skill da non sottovalutare, mai.”


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