La finanza comportamentale: nuova consulenza patrimoniale

Dicembre 28, 2019

Una delle componenti essenziali del Wealth Management è la finanza comportamentale, ovvero lo studio di come fattori psicologici individuali e interpersonali condizionino i movimenti dei mercati finanziari globali.

“Il compito del consulente è quello di attenuare i cosiddetti bias comportamentali degli individui”, racconta Massimiliano Marzo, Direttore Scientifico del Master in Wealth Management di Bologna Business School.

Con l’espressione ‘bias comportamentali’ si intendono le reazioni istintiva dell’investitore rispetto a variazioni inattese del mercato. Un esempio di bias comportamentale è il “disposition effect”, cioè l’inclinazione ad acquistare i titoli al loro massimo livello di prezzo e a venderli al loro minimo, che è il contrario di quanto un buon investitore dovrebbe fare.

Questo accade, spiega il Professor Marzo, perché l’individuo è mosso dal condizionamento emotivo del rimpianto, un atteggiamento irrazionale per il quale si cerca di porre rimedio immediato a scelte percepite come sbagliate invece di attendere mutamenti delle condizioni esterne.

“Attraverso la finanza comportamentale il consulente riduce, e in alcuni casi annulla totalmente, gli effetti negativi delle decisioni prese dagli individui”, spiega il Professore Marzo.

Ci sono tre punti da tenere in considerazione quando si parla di finanza comportamentale: le inefficienze di mercato, l’euristica, decisione che si basa su esperienze passate, e l’inquadramento vale a dire una scelta di investimento presa sulla base di come la stessa è stata presentata.

Il Wealth Management Specialist dunque deve avere una formazione ad hoc che gli consenta di prevenire decisioni irrazionali degli utenti per gestire al meglio i loro risparmi e investirli in modo sicuro e redditizio.

Ulteriore elemento fondamentale è dato dalla relazione di fiducia che si instaura tra consulente e cliente.

Bologna Business School attraverso il Master in Wealth Management fornisce ai giovani neolaureati le competenze idonee per entrare nel mondo della consulenza patrimoniale, fornendo gli strumenti tecnici ma anche le soft skills necessarie a creare una relazione stabile di fiducia tra cliente e consulente.



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