Fabrizio Perrone e l’industry dei micro influencer

Novembre 27, 2019

“La nostra innovazione? The Power of Real”, così ha esordito Fabrizio Perrone, ospite del terzo Innovation Talks di Bologna Business School tenutosi lo scorso 26 novembre. CEO e Founder di Buzzoole, l’imprenditore partenopeo ha spiegato alla Community BBS cos’è l’influencer marketing e come sia nata la sua azienda.

Buzzoole, nome derivante da “buzz” (brusio) più “Googol”, il numero intero rappresentabile con 1 seguito da cento zeri, che sta a significare passaparola infinito, è nata a Napoli nel 2013 ed oggi è il market place degli influencer con più iscritti al mondo. “Noi ci siamo proposti come certificatori dell’autenticità dell’influencer: della sua esistenza, dei contenuti postati e degli effettivi follower, facendo da ponte con le aziende nell’elaborazione delle loro strategie di marketing”.

La collaborazione con i cosiddetti micro influencer è il tratto distintivo di Buzzoole.

“Fino al 2012 si parlava solo di blogger e influencer da milioni di follower, ma poi ci si è resi conto che le persone comuni si identificavano più facilmente in chi ha una vita simile alla propria, e mette competenza e fantasia nel raccontarla”, ha spiegato Perrone. “Il nostro obiettivo è quello di partire da persone reali, da dati reali per andare a generare un impatto sul consumatore reale”, ha continuato il CEO di Buzzoole.

Algoritmi di deep learning, statistical model e social network analysis sono gli strumenti che vengono usati per sviluppare un’affiliazione brand-persona sulla quale basare campagne di marketing con protagonisti affini alla mission e ai valori aziendali.

“Circa 5 anni fa la prima domanda che ci veniva posta era “Che fate? Di cosa vi occupate?” Oggi invece il micro influencer è diventato parte integrante della strategia di comunicazione di un’impresa”, continua Perrone, “Oggi il mercato dell’influencer marketing vale 3 miliardi di dollari nel mondo e in Italia 250 milioni di euro. Questo dato ci dice che siamo davanti ad una vera industry”.

Guardando al futuro si intravedono nuove sfide, come quella dei virtual influencer, personaggi social, “creature digitali” altrettanto efficienti nel panorama dell’influencer marketing, ma “il lato umano è ancora importante, è necessario affinché si percepisca la correlazione del creator con il brand. Il contatto con la community fa la differenza nel mantenere l’audience attiva”.



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