Dialogo con Olivier Fleurence, Advisor Senior Personnel Manager del Fondo Monetario Internazionale

Ottobre 8, 2015

Advisor Senior Personnel Manager del Fondo Monetario Internazionale, Olivier Fleurence è chair del board di Ahrmio. Ha partecipato alla Conferenza Annuale di Arhmio, dal titolo “Re-imagining Leadership in International Organizations”, che si è tenuta in BBS.

Ahrmio è stata fondata nel 1999, quasi 15 anni fa. Qual è il bilancio dei risultati ottenuti finora?

Ogni anno Ahrmio organizza una conferenza e questa di Bologna è la sedicesima della serie. Ogni volta si svolge in un posto diverso di ogni continente e spesso siamo ospiti di nostri membri. Nel corso degli anni abbiamo anche sviluppato dei programmi di training: siamo partiti con una Master Class sui temi delle risorse umane in partnership con business school come Esade, Cranfield, Insead e Wharton. Dopo qualche anno questa è stata sostituita da un Executive Program alla Wharton. Ora stiamo progettando una nuova serie di tavole rotonde rivolte a senior manager delle risorse umane e leader delle organizzazioni. Lo scopo è quello di dare loro la possibilità di riunirsi e confrontarsi sui problemi che devono affrontare nel loro ruolo, con un nostro esperto che farà da moderatore. Penso che questo sarà utile per promuovere tra i nostri membri buone pratiche nella gestione delle risorse umane.

Quali sono le domande principali a cui la conferenza del 2015 ha voluto dare risposta?

La conferenza che si è tenuta a Bologna Business School è stata incentrata sulla leadership. E’ un tema centrale per l’associazione Ahrmio: abbiamo voluto offrire ai nostri membri l’opportunità di guardare ai vari aspetti della leadership ospitando gli interventi di diversi speaker. Il programma è stato aperto da Romano Prodi, che ha senz’altro i titoli per parlarne, essendo stato Presidente del Consiglio in Italia e Presidente della Commissione Europea: non avremmo potuto sperare in un inizio migliore. Sono poi intervenuti rappresentanti del mondo accademico che hanno condiviso con noi i risultati delle loro ricerche, fornendo una base teorica al concetto di leadership. Abbiamo anche cercato di dare un approccio pratico con l’intervento di Ann Rennie, Vice Direttore Generale della Asian Development Bank con delega alle risorse umane. Inoltre, abbiamo tenuto una serie di panel che hanno permesso ai nostri membri e a tutti i partecipanti di essere coinvolti in modo più attivo nel dibattito.

La risorsa più preziosa nelle organizzazioni sono le persone. Quali sono i suoi consigli per valorizzare le risorse umane?

Senza le persone non siamo nulla, perché le nostre organizzazioni sono basate sulla conoscenza: vendiamo il nostro sapere, per esso lottiamo e moriamo. Dunque il tema di quest’anno, la leadership, è stato particolarmente importante: come si mobilitano le risorse? Come si guidano a compiere l’alto mandato nobile delle organizzazioni per cui lavorano? Proprio perché noi valiamo quanto vale il nostro staff, uno degli obiettivi di Ahrmio è valorizzarlo promuovendo la gestione delle risorse umane nelle organizzazioni.Come è possibile per un manager riuscire a creare uno spirito di cooperazione e rispetto tra colleghi di nazionalità, cultura e lingua differenti?Se avessi la risposta sarei ricco! E’ una lotta, in qualunque tipo di organizzazione. La gestione di un’organizzazione che ha al suo interno una grande diversità di background professionali, accademici e culturali è una sfida. Penso però che avere valori comuni, aver compreso gli obiettivi dell’organizzazione per cui si lavora e impegnarsi per essi sia la base per un buon inizio. Poi c’è il lavoro duro e il training. E bisogna assicurarsi che i manager gestiscano lo staff in modo rispettoso e siano consapevoli delle differenze culturali, che in questo mondo giocano un ruolo importante.

Che tipo di studi deve fare a chi voglia intraprendere una carriera nel management delle risorse umane?

Nella mia esperienza all’interno delle organizzazioni ho incontrato due tipologie di addetti alle risorse umane: i generalisti, che hanno studiato management e hanno imparato i vantaggi della gestione HR, e gli specialisti, ad esempio in compensi e benefit, in performance o in leadership. Penso che siano entrambe utili. La difficoltà è bilanciare le capacità dei primi con le conoscenze specifiche e tecniche dei secondi.

Che ruolo giocano le business school?

Oltre a coltivare le future generazioni di leader, le business school hanno un ruolo fondamentale nel fare ricerca. Una cosa che facciamo ogni anno nella nostra conferenza (ed è anche una delle ragioni per cui abbiamo creato Ahrmio) è far conoscere ai nostri membri, che sono soprattutto professionisti, gli ultimi risultati della ricerca nel campo delle risorse umane. Li sfidiamo a pensare in modo creativo, a guardare oltre i problemi contingenti e a cercare di acquisire una visione d’insieme. Penso dunque che le business school abbiano un ruolo cruciale nel facilitare e nel dare forma alla discussione su questi argomenti.

Che consiglio darebbe ad uno studente che voglia diventare manager delle risorse umane in una organizzazione internazionale?

Il mio consiglio è “non disperare”. Entrarvi è dura, perché noi reclutiamo persone in tutto il mondo e ci sono poche posizioni disponibili. Ma penso che se si ha passione, se questo è ciò che si fare, se si segue il proprio sogno, se si condivide il mandato dell’organizzazione per cui si lavora, allora è possibile farcela.


 

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