Comunità energetiche: opportunità e sfide per una transizione energetica condivisa

Dicembre 9, 2021

Che cosa sono le Comunità energetiche e come e perché possono diventare la chiave per una transizione energetica condivisa? A queste ed altre domande sul tema dell’energia per un futuro sostenibile ha cercato di rispondere Antonluca Loteta, Head of Distributed Generation & Energy Community Innovability presso Enel X nel corso di un incontro presentato dal Professor Matteo Mura, Direttore dell’Executive e Full-time Master in Sustainability Transition Management di BBS.

La comunità energetica, ha spiegato Loteta, è un’entità legale vera e propria, resa possibile dalle nuove direttive europee sul tema dell’energia. All’interno delle comunità energetiche gli utenti si uniscono per condividere l’energia ottenuta da fonti rinnovabili. In questo modo, i cittadini possono evolversi da semplici fruitori di energia a produttori della stessa, grazie all’adesione a un nuovo modello di Green Economy che trasforma gli utenti da consumer in prosumer. Chi partecipa alle comunità energetiche, infatti, non si limita a consumare energia, ma la produce e ne consuma solo una parte, immettendo in rete e scambiando con altri consumatori, generalmente vicini a chi produce, la quota rimanente. Questa parte di energia prodotta può anche essere accumulata in un sistema gestito da un operatore per poi essere immessa nuovamente nella rete per il consumo quando diventa necessario. Autonomia e vantaggi economici sono i benefici più immediati per chi sceglie di aderire a un fenomeno che è in netta crescita in Europa. L’Italia è tra i Paesi europei che hanno meglio recepito la Direttiva Europea sull’Energia Rinnovabile (RED) e in cui ha preso piede anche il fenomeno delle Comunità Energetiche ad energia rinnovabile (REC).

Nel 2019, l’UE ha approvato un pacchetto di leggi denominato Clean Energy Package (CEP), che include otto Direttive utili a regolare alcuni temi energetici, tra i quali quello del mercato dell’elettricità, quello delle energie rinnovabili e il tema delle prestazioni energetiche negli edifici. Ad oggi in Italia il tema del consumo collettivo si sviluppa attraverso una comunità di consumatori (PMI, residenziali o condomini) che si approvvigionano attraverso uno o più impianti alimentati unicamente da fonti rinnovabili. I soggetti che partecipano a una comunità energetica devono produrre energia per il proprio consumo di potenza complessiva non superiore a 200 kW. Al momento ci troviamo in una fase ancora sperimentale in Italia, ma di recente abbiamo appreso che ci saranno cambiamenti nella legge che regolamenta le comunità energetiche e presto potremo vedere un aumento dei voltaggi consentiti e della potenza complessiva, che arriverà fino a 1 megawatt, anche nell’ottica di un maggiore coinvolgimento delle imprese. 

Ma che cos’è la condivisione energetica, come funziona e che vantaggi offre?

La comunità energetica rinnovabile può essere formata da consumatori che si trovano sotto una stessa cabina di trasformazione di media/bassa tensione. Questo per il momento, anche se presto, come anticipato, potremo parlare di voltaggi maggiori. Chi vi partecipa può scegliere sul mercato il fornitore che preferisce e uscirne quando vuole: la partecipazione è aperta a tutti, indipendentemente dal reddito e dai consumi, e libera da vincoli. Inoltre non incide sui diritti di ciascun consumatore. I fornitori di energia come Enel X si occupano di contribuire alla gestione sia della parte costitutiva e contrattuale della Comunità, sia della parte tecnologica e di produzione e di gestione dei consumi in modo da ottimizzare la rete nell’interesse di tutti coloro che vi partecipano. 

L’energia condivisa all’interno della comunità energica è pari al minimo, nell’intervallo di un’ora, tra l’energia elettrica prodotta e immessa in rete dagli impianti della comunità stessa e l’energia elettrica prelevata dalla rete da tutti i membri che ne fanno parte. L’energia è considerata condivisa, anche se in modo virtuale, per l’autoconsumo istantaneo anche attraverso i sistemi di accumulo. Esiste una tariffa d’incentivo che va a remunerare l’energia autoconsumata istantaneamente che è cumulabile con le detrazioni fiscali, ove disponibili. La norma prevede anche che vengano restituite alcune voci in bolletta a fronte dell’evitata trasmissione dell’energia in rete che questi impianti permettono. Sgravi e incentivi sono dovuti alle politiche di sostenibilità italiane ed europee che si impegnano a coinvolgere i cittadini in un consumo più condiviso e responsabile, trasformandosi, appunto, da consumer, dunque, passivo, a prosumer, dunque attivo. 

Collettivizzare le risorse energetiche rinnovabili permette di influenzare e ottimizzare la produzione e il consumo di energia facilitando la transizione verso una comunità in grado di trasformarsi in una risorsa per tutti coloro che ne fanno parte. Linee guida in proposito sono incluse sia nel Green New Deal sia nell’Agenda 2030. In attesa di aderire a comunità energetiche sempre più vaste e strutturate, possiamo cominciare immediatamente a richiedere che l’energia che consumiamo derivi solo da fonti rinnovabili.

 

L’incontro era aperto ai partecipanti di diversi Master BBS legati alla Sostenibilità, ma non solo, nell’ottica di una sempre maggiore diffusione di informazioni utili alla creazione di nuovi modelli di business sostenibili. Hanno infatti partecipato: Global MBA, Executive MBA English Edition, Hybrid MBA English Edition, Master in Sustainability Transition Management, Executive Master in Sustainability and Business Innovation, Professional Master internazionali.



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