Carmine Scandale, attualmente Head Of Sales di Commify Italy, ha maturato oltre 20 anni di esperienza nel sales management e un percorso ultradecennale nei servizi e nella comunicazione. All’apice della sua carriera ha deciso di prendere un anno sabbatico per frequentare l’Executive MBA di Bologna Business School: “Ho letto che imparare è come remare controcorrente: se smetti, torni indietro”.
Qual è il suo percorso professionale?
Mi occupo di Sales Management dalla fine degli anni Novanta; ho iniziato con la vendita del prodotto “analogico”, se così si può definire, arrivando a quella del prodotto digitale. Ho avuto la fortuna di iniziare dal “basso” come commerciale in una concessionaria di pubblicità bolognese: è stato il primo passo che mi ha permesso di comprendere a 360 gradi i processi e le dinamiche della gestione di una rete vendita. Si dice che la fortuna non consista nell’incontrare buone aziende ma buoni capi, ed è esattamente quello che mi è accaduto nella mia prima esperienza: fu il mio primo boss a comprendere che possedevo skill organizzative, problem solving e leadership adeguate e, seppur giovanissimo, mi diede la responsabilità di strutturare e gestire la mia prima rete di vendita.
Nel 2000, il primo incarico come Responsabile Commerciale di Top Sport di Edizioni Miglio, editore bolognese di grande tradizione: la mia prima vera esperienza a livello nazionale e internazionale, che mi ha permesso di comprendere come occuparsi di sales management significhi soprattutto leading by example: la differenza tra autorità, data dal job title, e autorevolezza, data dalla capacità di far accadere le cose.
Nel 2002 l’Italia ha vissuto un nuovo ed immenso fenomeno editoriale con l’avvento della free-press ed anche il più importante editore italiano decise di scendere in campo: Rizzoli Corriere della Sera. È stato un lungo, pazzesco ed esaltante viaggio quello con il Gruppo RCS. La free-press diventa nel giro di poco tempo un mercato da 150 milioni di euro di raccolta pubblicitaria, e un’abitudine fondamentale nella dieta mediatica di ogni italiano. La crisi economica del 2008, ma ancor più la facilità dell’accesso gratuito all’informazione dovuta alla diffusione dei dispositivi mobili, sancì inevitabilmente che la free-press venisse sostituita dai siti online prima, e dai social poi.
Nel 2012 Rizzoli mi propone una nuova sfida: occuparmi dello sviluppo di Connecto, un marchio del Gruppo che integrava soluzioni di comunicazione multi ed omnichannel per gli advertiser del Gruppo RCS. Complessivamente sono stati 12 anni fantastici nei quali lavorando su progetti significativi con manager e collaboratori eccezionali, ho avuto l’opportunità di affinare le mie soft skill ed accrescere il mio business network.
Nel 2014 l’incontro con il Gruppo Spaggiari, azienda nata nel 1926, nota anche per aver inventato i registri scolastici, e da sempre indiscussa leader italiana per le forniture nel mondo della scuola. L’Amministratore Delegato, animato da una vision disruptive, cercava un manager in grado di tradurre in execution il progetto di innovare il mondo della scuola, pur rimanendo fedele alla tradizione che aveva reso il Gruppo un punto di riferimento per la scuola italiana. A distanza di poco meno di 4 anni dall’inizio del mio ingaggio, l’ecosistema digitale del Gruppo Spaggiari contava circa 1,5 milioni di utenti unici ogni giorno.
Per quali motivi ha deciso di continuare la formazione?
Era il momento di tirare fuori il sogno che da tempo riponevo nel cassetto: pur avendo avuto l’opportunità di fare molto learning on the job nella mia carriera professionale, sentivo costantemente un “lack” di competenze. Un manager non può pensare che le proprie skill o conoscenze abbiano un valore assoluto nel tempo: era arrivato il momento di fermarmi per formarmi, gioco di parole che mi ha portato a prendere un anno sabbatico per concentrarmi sull’Executive MBA (EMBA).
Perché la scelta è ricaduta su BBS?
Ho scelto BBS per la sua forte connotazione territoriale, valore aggiunto per il mio percorso, ma non nego che abbia influito sulla mia scelta la presenza di Andrea Lipparini, Direttore Scientifico del Master e mio docente durante i miei studi universitari alla facoltà di Economia di Bologna, per il quale nutro una profonda stima (nonostante sia stato anche l’unico docente a bocciarmi nel mio percorso universitario!).
Quali sono a suo avviso i punti forti del programma Executive?
Esattamente quello che mi era stato prospettato sin dal primo momento: tra tutti posso dire l”esperienza di contaminazione. La costante possibilità di confrontarsi con studenti, poi diventati amici, provenienti da diverse parti d’Italia e del mondo, ma soprattutto con differenti background professionali, è impagabile.
Obiettivi a breve e lungo termine?
Ogni giorno: trasferire anni di competenze alla mia squadra e ai miei collaboratori. Domani: uscire dagli attuali confini andando oltre l’ambito commerciale. Non sarà facile, il sales management è una vera passione, è quello che amo, quello che so fare bene; magari facendo (ancora) ogni giorno un errore… l’importante è che sia diverso da quello del giorno prima!
Cosa si sente di consigliare a un futuro EMBA?
Consiglio di condividere il progetto di frequentare l’EMBA con la propria famiglia, ancor prima che con i propri capi e con gli stakeholder dell’azienda in cui si lavora. L’EMBA è un’esperienza totalizzante, che assorbe tempo ed energie: rimettersi sui libri in un’età in cui di solito non lo si fa da almeno dieci anni non è facile: è un impegno che vincola serate e weekend. L’EMBA non lo fa solo lo studente, ma tutta la sua famiglia.
Carmine Scandale – Italia
Executive MBA (EMBA), 2017/2019