My Story, Our Story: Linda Carobbi

Novembre 3, 2015

Gli Alumni di BBS si raccontano: il prima, il dopo e i ricordi della vita da studente, per una storia di sé e della propria esperienza professionale, per una storia della nostra Community. Protagonista del X episodio è Linda Carobbi, Corporate Director Fresh Fruit Vertical Market in Savino Del Bene SpA, EMBA XII,

La Soundtrack scelta da Linda è Don’t Stop Me Now dei Queen. 

Ouverture
“La vita corre veloce, mi sembra ieri quando ero ancora all’università. Per questo, per quanto molto importante, non deve essere tutto lavoro. Vivere serenamente è il migliore consiglio per avere una vita professionale di successo.” I’m trav’ling at the speed of light, I wanna make a supersonic man of you, cantava Freddy Mercury. Dietro le parole di Linda c’è la consapevolezza di una donna che ha compreso l’importanza di un equilibrio basato sulla distinzione fra tempo di vita e del lavoro. Senza rinunciare però a viaggiare (per il mondo e non solo per lavoro) alla velocità della luce, trasmettendo entusiasmo a chi le sta attorno.

The story so far
Il Pistoiesismo: ovvero quando la cittadina dove sei nata, che in questa storia si chiama Pistoia, ti sembra troppo stretta. Un neologismo inventato da Linda che esprime perfettamente il suo carattere. Tu chiamale se vuoi ambizioni. In realtà Linda prova questo senso di irrequietezza fin da bambina, coronando il suo sogno quando, dopo una laurea in economia e una breve esperienza nel campo dell’abbigliamento femminile, approda al suo “porto sicuro” trovando lavoro in una delle aziende italiane leader nel trasporto internazionale merci.
“Il colloquio me lo fece direttamente il Presidente, chiedendomi cosa pensassi del settore commerciale. Risposi candidamente che se mi riusciva semplice pensare di vendere un vestito, vendere un servizio mi pareva inconcepibile. E proprio per questo ero determinata a capire come fare. Il mio entusiasmo e la mia schiettezza evidentemente piacquero parecchio, visto che fui subito assunta”. Parte così una storia lavorativa che, grazie alla voglia di mettersi in gioco, inizia dal reparto operativo spedizioni, passa per le vendite e approda al timone di uno dei settori strategici dell’azienda. E dura da quattordici sereni anni.

Perché BBS
“Al compimento dei miei quarant’anni sono successe tante cose, tutte assieme. Un’importante promozione si è accompagnata a una rinnovata voglia di imparare, di crescere, di migliorare.” Linda sceglie un Executive Master in Business Administration Bologna Business School. “Milano la conoscevo già bene e aveva perso ogni attrazione ai miei occhi. Roma, per carità, una città splendida, ma Bologna… a parte che è vicinissima a Firenze, dove vivo e lavoro, ha il pregio di mostrarsi molto accogliente.” Ragioni che passano in secondo piano quando entra a Villa Guastavillani. Il colloquio con i responsabili del master è molto convincente. “Poi mi ritrovo io, dipendente da quattordici anni, fedele sempre alla stessa azienda, a contatto con imprenditori, manager dinamici e affermati, con mille esperienze alle spalle.” Differenze che si rivelano preziose per scambiare competenze diverse e intrecciare relazioni amichevoli inaspettate.
Differenze che Linda ha imparato ad apprezzare sul lavoro, avendo girato il mondo in lungo e in largo.

Gli amerihani e i peruviani
Linda la globetrotter. Da Pistoia a Firenze, poi l’esperienza con Milano. Sette anni vissuti intensamente. “Milano è la città perfetta per chi ha l’età e l’energia giusta per viverla. Adrenalinica per i giovani, caotica per gli adulti”. Difficile reggere i suoi ritmi quando si comincia ad avere un rapporto col tempo più pacificato. Viene richiamata a Firenze, la base per viaggi di lavoro costanti. “L’azienda ha strutturato dei Vertical Market, cioè settori specificatamente dedicati ad una singola tipologia di prodotto da spedire. Io dirigo il Fresh Fruit Vertical Market. Il settore che ti porta negli angoli più remoti del mondo.”
Linda comincia a conoscere anche le differenti abitudini lavorative, Paese per Paese. Con qualche sorpresa. “Prendi ad esempio gli amerihani (gergale, con tipica elisione toscana della c. Sta a indicare gli statunitensi, NdR). Ecco, l’amerihano crede di saper fare tutto e subito. Questa presunzione, dettata da ritmi frenetici, da aspettative enormi, suscita una sorta di stress da performance lavorativa. Tu chiedigli di aprire una porta già aperta e questi vanno nel panico!” Allo statunitense Linda contrappone il ritmo più riflessivo del peruviano. Linda nel peruviano riconosce l’umiltà di chi ammette di non sapere la risposta ma che prende il tempo necessario per risolvere il problema nel modo più brillante. Rimane solo un dubbio: ma perché poi proprio un peruviano?

Anima latina
Hong Kong è tra le città più belle che le è capitato di visitare, con il suo skyline mozzafiato. Pulita, ordinata, sicura. Ma niente a confronto di Buenos Aires. Lì c’è “la giusta mezcla, come dicono loro.” Il bello dell’Argentina insomma sono gli argentini. “Sanguigni ma affettuosi, a volte presuntuosi ma capaci di slanci di generosità imprevedibili.” Linda è spagnola. O meglio, si sente tale. Infatti Barcellona è la sua città ideale. Per raccogliere qualche informazione su di lei abbiamo cercato su Google. Dopo due link molto professionali, molto tecnici, è comparso un video dove balla il tango. “Fa parte della mia natura latina”.
Gli elementi fondamentali della sua vita. La musica, che ascolta appena alzata, quando con un automatismo ormai quotidiano accende la radio. Il ballo, di qualsiasi tipo, con ovvia preferenza per tutto quello che è di matrice latina. E poi lo sport, praticato fin da bambina. Il segreto della vitalità di Linda è nell’azione. Sul lavoro e nella vita è in continuo movimento. Poi l’attenzione per la salute, con un’alimentazione attenta, niente alcool, niente fumo. L’importanza delle piccole cose. Un’uscita con gli amici, una buona cena, la sera sul divano con un bel libro o davanti a un buon film. Pedalare in bici per Firenze per poi imbarcarsi su un volo intercontinentale potrebbe essere una sintesi perfetta dei ritmi di Linda.

Un consiglio a uno studente
“Crearsi stimoli continui nel lavoro, non aspettare che vengano da altri. E’ importante credere nell’azienda per cui si lavora e fare si che l’azienda abbia fiducia in te.” E tornare a dare valore alla conoscenza approfondita delle cose “Vedo spesso giovani orgogliosi di passare da una azienda all’altra, mordi e fuggi. La mia strategia invece è stata quella di puntare volontariamente alla classica gavetta per comprendere le dinamiche dell’azienda e potermi conquistare, di tappa in tappa, un ruolo importante e propositivo”. Affrettati lentamente, dicevano gli antichi romani. Ma non mi fermare adesso, avrebbero aggiunto i Queen.

 


 

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