La vocazione di fare impresa. Ritratto di un imprenditore

Gennaio 11, 2018

Affascinanti racconti di teenagers diventati milionari partendo dal garage di casa, la prospettiva di poter decidere la meta verso la quale far marciare la propria vita, la possibilità di uscire dagli steccati eretti per noi da altri, la visione di cambiare il mondo (tutto in una volta o un pezzettino dopo l’altro), la speranza di creare un lavoro laddove non c’è, per mettersi alla prova. Queste e molte altre possono essere le motivazioni che spingono una persona a buttarsi, più o meno integralmente, nell’impresa di fare impresa.

 

Dinamico, determinato fino all’ostinazione, sempre pronto a sperimentare, problem solver. L’identikit del perfetto imprenditore non esiste, così come non esiste un modo univoco di fare impresa. Il concetto stesso di innovazione, primaria valuta di scambio dell’impresa, non necessariamente si definisce con profonde conoscenze tecniche, ma da un insieme di capacità relazionali, di analisi e di iniziativa, di pensiero critico e laterale.

 

Chiunque può diventare imprenditore, si sente spesso dire. Se da un lato è vero che l’essere umano è dotato per sua natura di straordinarie potenzialità, è altresì corretto prendere consapevolezza delle capacità e dei tratti personali necessari per affrontare questo percorso in salita, spesso solitario, con una discreta possibilità di raggiungere la vetta e fare la differenza, per noi stessi e la realtà che ci circonda.

 

LA CONSAPEVOLEZZA

Essere un imprenditore è cosa ben diversa dal fare l’imprenditore. Mentre le canoniche 40 ore di lavoro settimanali rappresentano un fardello non indifferente per chi sta alle dipendenze e scatenano fior fior di studi sulla relazione con il calo della produttività, questo discorso non si applica altrettanto bene ad un imprenditore, specialmente alle prime armi. Prima di immaginare il branding della nostra neonata azienda, sarebbe bene chiedersi cosa vogliamo fondamentalmente, che tipo di vita stiamo costruendo.

 

Desideriamo la libertà di lavorare a ciò che ci interessa o più tempo per attività che di lavoro non ne prevedono? Ci muove la passione per il nostro settore o per una vita agiata? Vogliamo nutrire il nostro ego o semplicemente aiutare il prossimo? Nel DNA dell’imprenditore c’è senza alcun dubbio un ottimo senso dell’orientamento e una direzione chiara che funge da faro anche nelle situazioni più difficili. Avere consapevolezza della meta è la condizione essenziale per muovere il primo passo.

 

L’AUDACIA

L’imprenditoria è una parte fondamentale della nostra economia ed è un gioco che va giocato con la massima serietà. Trovare o creare un bisogno e farlo incontrare con il proprio talento e creatività, non è semplice.

 

La paura di sbagliare è una costante nella vita di un imprenditore, dal momento in cui decide la strada da percorrere, e per tutte le scelte a venire. Temere il fallimento è un sano istinto di auto-conservazione che ci tiene lontani dagli azzardi troppo rischiosi, ma può altresì frenarci dal tentare quegli innumerevoli voli pindarici necessari ad affinare il prodotto, le strategie, le nostre competenze, e a farci infine cambiare strada nel caso non maturassero i frutti sperati.

 

L’imprenditore prende l’iniziativa e ragiona per potenziale. Qualsiasi cosa può diventare un’idea e qualsiasi idea un’opportunità.

 

L’EMPATIA

Le competenze relazionali sono fondamentali per qualsiasi professionista, sia esso dipendente o autonomo. Nel caso specifico dell’imprenditore queste capacità assumono un peso diverso e sono spesso alla base del successo dell’azienda stessa.

 

Mettere in piedi e gestire un’azienda è per molti versi una battaglia solitaria che può non essere compresa da chi ci sta intorno, ma allo stesso tempo non è possibile immaginare di affrontarla senza l’aiuto di validi collaboratori. La consapevolezza organizzativa, ossia la capacità di riconoscere il funzionamento della propria organizzazione, identificare le competenze necessarie e le persone che possono portarle a bordo, è la condicio sine qua non per fornire fondamenta solide alla propria impresa.

 

Essere in grado di sviluppare un team, saper coinvolgere e convincere altri professionisti riguardo alla propria idea, ma soprattutto capire e sostenere le passioni degli altri. Un imprenditore ha passione per le persone tanto quanto ne ha per i risultati, rendendosi disponibile sia nel ruolo di studente che di insegnante.

 

LA CREATIVITÀ

La creatività, l’innovazione, la capacita di pensare fuori dagli schemi, non sono elementi che riguardano in modo esclusivo il prodotto o il servizio che l’azienda intende offrire, ma sono parte integrante dell’approccio alla quotidianità di un imprenditore.

 

Il passaggio da lavoratore dipendente a imprenditore ci pone davanti a sfide che nel nostro status precedente venivano gestite in modo istituzionalizzato e quasi automatico da chi ne aveva le competenze. La tentazione di riprodurre lo stesso modus operandi osservato o appreso in un’azienda consolidata è legittima, ma è probabile che la realtà ci costringa a dover cercare approcci alternativi e altamente creativi.

 

L’imprenditore pensa in modo critico e mette in discussione lo status quo, non solo quando se ne presenta la necessità ma come regola di vita. La creatività non è solamente uno strumento ma un modo di interagire con il proprio contesto.

 

LA RESILIENZA

Agisci, fallisci, ritenta meglio. Il vero patrimonio dell’imprenditore sono i suoi fallimenti e gli insegnamenti che ne ha saputo trarre, avanzando ogni volta di uno scatto in direzione della meta.

 

All’imprenditore è richiesta una ferrea determinazione, unita ad una continua analisi oggettiva e realista della situazione attuale e delle opportunità future. Inoltre, deve sviluppare la capacità di trasmettere tutto ciò anche al proprio team, creando una cultura aziendale che trascenda il mercato e il prodotto, fondandosi su valori comuni e condivisi che possano servire da guida. La capacità di reagire e resistere alle crisi di un’azienda è il riflesso delle stesse capacità del suo leader.

 

 


 

Quella dell’imprenditore è una vocazione creativa di valore incommensurabile per la comunità. Imprenditori certamente si nasce, ma imprenditori di successo si diventa. Bologna Business School ha sviluppato, con l’obiettivo di formare e ispirare una nuova generazione di imprenditori e imprenditrici, l’Executive Master in Entrepreneurship. Un percorso disegnato su misura per i partecipanti, incentrato sul progetto imprenditoriale del singolo imprenditore, per fornire gli tutti gli strumenti necessari al raggiungimento dei propri obiettivi.



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