La formazione al centro. Intervista con Mario Del Vecchio

Giugno 30, 2022

Abbiamo chiesto a Mario Del Vecchio, Alumnus BBS e Business Manager di Enginium, anima tech di Gi Group Holding, da poco entrata nel business network di Bologna Business School, di analizzare per noi il mercato del lavoro con un focus sui temi legati a HR, formazione e placement. Ecco cosa ci ha risposto.

Nell’attuale contesto di mercato, quali sono gli elementi che emergono con maggior preponderanza rispetto alla possibilità di costruire una carriera di valore? 

Il mercato oggi è candidate driven e ciò incrementa la competizione tra aziende sulla capacità di attrarre i talenti più richiesti, di offrire loro proposte interessanti, prospettive di crescita, continua occupabilità. In un contesto estremamente incerto e mutevole, il ruolo delle aziende sta quindi nella capacità di migliorare la propria resilienza sia in termini di business sia nella talent attraction e retention. Diventa quindi essenziale comprendere le nuove esigenze di dipendenti e manager. Ma non è un processo naturale, né semplice per l’imprenditore e l’azienda. È infatti profondamente mutato ciò che il candidato cerca e valuta come attrattivo nell’offerta di una azienda. Oltre alla remunerazione, entrano in gioco diversi fattori. Oggi, ad esempio, riprende forza la concezione del lavoro come occasione di realizzazione personale, ma anche la necessità di condividere i valori con l’azienda. Il lavoro perde la sua dimensione totalizzante per fare spazio alla volontà di perseguire uno stile di vita in equilibrio tra occupazione, interessi personali ed esigenze familiari. 

In questo momento storico ci viene richiesto di ripensare il ruolo che persone, aziende e istituzioni rivestono all’interno della realtà economica e sociale per far fronte a tutte le trasformazioni e i cambiamenti del mondo del lavoro. I player, inclusa una realtà come la nostra, impegnata a generare valore sociale ed economico sostenibile, devono supportare le persone perché possano rimanere professionalmente attive nel corso della loro vita, promuovendo modelli concreti, replicabili e misurabili che contribuiscano alla realizzazione di uno sviluppo del mondo del lavoro sostenibile.  

A partire dal contesto delineato, qual è, dal suo punto di vista, la sfida per la formazione? 

Crediamo che la formazione debba essere al centro del dibattito sul lavoro in Italia. Una formazione però che risponda concretamente alle esigenze delle aziende: unica strada da percorrere per intervenire in modo sostanziale sull’occupabilità delle persone e su fenomeni come lo skill mismatch e lo skill shortage. In tal senso, è fondamentale che i diversi attori della formazione possano interagire e lavorare in sinergia per garantire un’offerta formativa di eccellenza, che sia coerente con il mercato di riferimento e che educhi al riconoscimento del valore personale e sociale del lavoro.

La formazione professionale e manageriale così come la qualificazione e la ri-qualificazione delle persone è diventata un elemento chiave per la sopravvivenza e l’evoluzione di ogni organizzazione e deve essere perseguita e sostenuta con specifici processi e strumenti capaci di motivare e facilitare l’apprendimento continuo non solo a livello personale ma anche organizzativo.

Con questa convinzione e forti dell’esperienza del Palazzo del Lavoro, abbiamo curato lo sviluppo del Gi Group Training Hub, uno spazio interamente dedicato a formazione e orientamento che si propone di essere uno luogo libero e aperto di confronto e condivisione, un punto di incontro che offra le condizioni necessarie perché si faccia sistema sul tema della formazione.

Quali sono i settori in crescita e le opportunità da non sottovalutare nell’attuale contesto di mercato?

Oggi i settori trainanti del mercato del lavoro sono Industry 4.0, Engineering, Telco, ICT, Logistica, GDO, Healthcare. Questo anche alla luce delle due transizioni in atto, quella ecologica e quella digitale. Si stima che nei prossimi anni il mercato del lavoro italiano richiederà il possesso di attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale a 2,4-2,7 milioni di occupati, e in parallelo si assisterà ad una domanda crescente e trasversale di competenze digitali, che saranno richieste dalle imprese e dalla Pubblica Amministrazione (2,1-2,3 milioni di occupati tra il 2022 e il 2026). Tuttavia, oggi il disallineamento delle competenze rispetto a quelle richieste dalle aziende è un fenomeno in aumento e una delle principali cause della non sostenibilità del mercato del lavoro attuale. 

In questo scenario caratterizzato dallo skill shortage e mismatch, non è sostenibile trascurare le competenze delle donne e non trovare soluzioni al fenomeno del gender gap. Eurostat stima che il 70% della popolazione femminile occupata si concentra in soli 7 dei 21 settori. A ciò si aggiunge il tema delle ragazze STEM, per cui il nostro Paese è molto indietro: 24,9% la quota di laureati 25-34enni nelle aree disciplinari scientifiche e tecnologiche (STEM), tra i ragazzi un laureato su tre (36,8%), mentre tra le ragazze solo una su sei (17%). 

Il ruolo che Gi Group Holding ricopre nel mercato del lavoro è anche quello di favorire il dialogo tra mondo dell’impresa e mondo dell’istruzione. La partnership avviata con Bologna Business School va proprio in questa direzione e si arricchisce grazie alla condivisione di valori tra le nostre due realtà e al prestigio che questa istituzione vanta a livello nazionale e globale.



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